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Il BIM Execution Plan (BEP): aspetti teorici e consigli pratici

Scritto da Mario Napolitano
il 21 novembre, 2022

Tag: Formazione

Per la coordinazione e il passaggio delle informazioni all'origine di un progetto c'è un documento fondamentale, che non solo chiarisce la fasi del processo e le responsabilità, ma serve a spiegare in modo chiaro la metodologia BIM a chi non è esperto: il BIM Execution Plan (BEP).

Uno degli aspetti più sottovalutati nella pratica quotidiana, relazionata alla metodologia BIM, è lo sviluppo di una parte documentale che possa definire nello specifico cosa ci si aspetta da un modello informativo. Questo perché buona parte del settore è ancora ferma all’idea che il BIM sia solo una rappresentazione tridimensionale dell’edificio, portando professionisti e studi di progettazione a non riconoscere l’importanza di alcuni documenti come il BIM Execution Plan (BEP). 

In questo articolo vedremo com’è inquadrato un BIM Execution Plan secondo le norme internazionali e nazionali per poi passare a consigli pratici per la sua scrittura. Il tutto, ovviamente, facendo sempre riferimento al Capitolato Informativo.

 

Il ciclo di consegna delle informazioni: la natura del BEP

Prima di definire cos’è il BIM Execution Plan è opportuno fare un inquadramento generale a livello teorico e normativo per meglio comprendere la natura del documento stesso. 

Quando si parla di metodologia BIM, il riferimento alla lettera “I” dell’acronimo è più che scontato: l’informazione gioca (o sarebbe meglio dire giocherà) un ruolo fondamentale nel processo di digitalizzazione del settore delle costruzioni. Informazione che, di conseguenza, rappresenta il fulcro non solo del processo di progettazione, ma anche di costruzione fra più appaltatori e, soprattutto, del processo di gestione e manutenzione di un bene da parte della stazione appaltante o committente. 

Riferendoci a tutto il ciclo vita del bene costruito, nel senso più generale del termine sia per gli edifici che per le infrastrutture, uno scambio e una collaborazione quanto più aperte e trasparenti risultano fondamentali per ovviare a tutte le problematiche e inefficienze che caratterizzano la nostra professione. Su questo punto potrebbe aprirsi un altro articolo che spiega le cause del decadimento del settore delle costruzioni e l’apporto vantaggioso del Building Information Modeling. Di questo, però, darò un accenno nel prossimo articolo sull’Industry Foundation Classes (IFC).

Restando su un piano teorico, le informazioni vengono coinvolte in ogni singola fase in quello che può essere definito un vero e proprio ciclo di informazioni. Per maggiori approfondimenti rimando all'articolo su Concetti e Principi della ISO 19650.

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Ciclo di gestione delle informazioni nella fase di consegna e gestione di un bene nella ISO 19650-1.

Questo ciclo rappresenta uno dei concetti fondamentali per lo sviluppo di una commessa BIM ed è stato descritto prima nelle ormai dismesse PAS1192 e attualmente nella ISO 19650. Cerchiamo di inquadrare dove viene a collocarsi il BIM Execution Plan al loro interno.

 

Definizione dei requisiti del BEP fra PAS e ISO 

Il ciclo di consegna delle informazioni prevede una prima fase indispensabile di definizione dei requisiti informativi da parte della stazione appaltante o di un qualsiasi generico committente. Questi requisiti informativi possono essere sviluppati su più livelli aziendali e distintamente o congiuntamente per le fasi di consegna e gestione. Senza entrare in una descrizione dettagliata, è giusto però tenere a mente che prima di arrivare alla definizione di un Capitolato Informativo, anche definito Exchange Information Requirements (EIR), possono sussistere una serie di documenti relativi ai requisiti informativi come:

  • OIR ovvero Organizational Information Requirements;
  • AIR ovvero Asset Information Requirements;
  • PIR ovvero Project Information Requirements.

 

L’Exchange Information Requirements nel Ciclo di gestione delle informazioni della ISO 19650-1.

Sia nella PAS1192 che nella ISO 19650, il Capitolato Informativo scaturisce da questa serie di documenti di alto livello per poter essere poi una solida base su cui iniziare una gara d’appalto di una commessa sviluppata tramite la metodologia BIM. L’EIR, infatti, specifica le informazioni richieste e la loro granularità per soddisfare le attività relative all'organizzazione, alle risorse e al progetto. Tutto ciò in modo da poter aiutare il team di consegna a comprendere i risultati finali e a definire come questi ultimi verranno, appunto, consegnati. In particolare, il Capitolato Informativo:

  • Specifica esattamente quali informazioni sono necessarie ad ogni scambio;
  • Include informazioni (ad esempio mappature) relative alla comunicazione tra gli applicativi utilizzati nel team di consegna per migliorare l’interoperabilità;
  • Include procedure di garanzia della qualità così che le informazioni ricevute siano conformi ai requisiti.

Di seguito vengono riportate le indicazioni della PAS e della ISO per il Capitolato Informativo:

  • PAS1192: Need - Employer’s Information Requirements (definizione dell’EIR secondo la PAS poi modificato nella ISO come Exchange Information Requirements);
  • ISO 19650: Define information requirements and issue to potential appointed parties.

È proprio quando viene indetta la gara d’appalto che va sviluppato il BIM Execution Plan. Il BEP risulta così essere la risposta tecnica e pratica, da parte di ogni appaltatore e relativi sub-appaltatori, ai requisiti informativi richiesti dalla stazione appaltante e contenuti nell’Exchange Information Requirements.

Il documento di risposta si colloca nella medesima posizione sia nella ex norma britannica sia in quella internazionale, seppur con qualche differenza grafica negli schemi del ciclo di consegna delle informazioni come per l’EIR:

  • PAS1192: Execution - BIM Execution Plan;
  • ISO 19650: Review capability and initial plans for information delivery. Confirm appointment.

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Il BIM Execution Plan nel Ciclo di gestione delle informazioni della ISO 19650-1.

Come appena descritto, il BIM Execution Plan è la risposta ai requisiti di informazione e fornisce la prova che il team di consegna (appaltatore e sub-appaltatori) può gestire le informazioni del progetto in linea con quanto descritto nel Capitolato Informativo. È uno strumento di consegna che gli attori in gioco nel processo utilizzeranno per produrre, gestire e scambiare informazioni sul progetto. Proprio per questo  motivo è importante che in un flusso di lavoro BIM venga richiesto lo sviluppo di un BEP prima che il progetto inizi. Infatti serve per descrivere: 

  • Standard di organizzazione delle informazioni;
  • Metodi di creazione delle informazioni;
  • Processi di gestione, coordinamento e verifica delle informazioni.

Anche se non di prassi comune, risulta quindi fondamentale coinvolgere, ad esempio, un Facility Manager già in una fase di approvvigionamento alla gara, in modo che tutti gli attori abbiano ben chiari gli obiettivi da perseguire e sopratutto come creare e gestire le informazioni per tutto il ciclo vita. Restando in tema gestionale, sarebbe impensabile coinvolgere un Facility Manager a costruzione inoltrata con dei contenitori informativi (in questo caso faccio riferimento al PIM - Project Information Model - e all'AIM - Asset Information Model) che risultano inadatti, se non addirittura privi di tutte le informazioni necessarie per la gestione del bene.

In sintesi, il BIM Execution Plan aiuta i vari appaltatori e sub-appaltatori a:

  • Capire gli obiettivi BIM;
  • Definire i risultati per fase tramite il Task Information Delivery Plan (TIDP) e Master Information Delivery Plan (MIDP);
  • Esprimere le responsabilità del team (Matrice delle Responsabilità).

Aver sviluppato un BEP, indipendentemente dalle dimensioni del progetto o del team (e aggiungo anche in caso in cui non si abbia un Capitolato Informativo), è indispensabile per la corretta riuscita del progetto e gestione delle informazioni. 

 

Il BEP nella UNI 11337-6

Prima dell’introduzione della ISO 19650, la UNI 11337 descriveva già il BIM Execution Plan nella sua sesta parte. Anche se propriamente questa parte della norma è in riferimento al Capitolato Informativo (intitolata Linea guida per la redazione del “Capitolato Informativo”) nella sua parte introduttiva si fa chiaro riferimento anche al BIM Execution Plan:

La guida ha l’obiettivo di porsi anche da traccia per la redazione dell’offerta di gestione informativa (oGI), pensata come elaborato di risposta libera (vincolata incrementale, di specificazione, ecc.) dell’affidatario al capitolato informativo, e base del successivo piano di gestione informativa (pGI).

Il BEP viene così suddiviso nelle sue due parti, definite come:

  • Offerta di Gestione Informativa (oGI): un documento di carattere generale, dove gli appaltatori (offerenti) indicano nello stesso definizioni generali o schemi tipici per descrivere il metodo e i processi di creazione, gestione e coordinamento delle informazioni offerti. Questo principalmente per mancanza di informazioni, per tutela o per anonimato dei bandi pubblici;
  • Piano di Gestione Informativa (pGI): un documento che ricalca la struttura del Capitolato Informativo e dell’Offerta di Gestione Informativa, integrandoli qualora non risultassero completi e/o dettagliati in tutte le loro parti.

Flusso informativo secondo la UNI 11337. In arancione sono evidenziati il Capitolato Informativo, l’Offerta e il Piano di Gestione Informativa.

La stessa UNI 11337-6 definisce, inoltre, una struttura tipologica da adottare per la stesura dell’EIR, e di conseguenza anche del BIM Execution Plan:

  • Premesse, dove si trovano le informazioni necessarie per l’identificazione del committente e quelle di carattere generale (denominazione progetto, tipo di intervento, identificazione della fase d’incarico, ecc.);
  • Acronimi e glossario, dove sono identificati i principali termini utilizzati all’interno del documento, in modo che per tutte le parti il significato di ciascuno di essi risulti univoco ed inequivocabile. Anche solo per l’acronimo BIM esistono differenti definizioni e potrebbero esserci degli attori che lo considerano un semplice modello 3D con qualche informazione al suo interno. Informare le parti della propria concezione della metodologia non può che giovare a tutto il processo di gestione informativa;
  • Riferimenti normativi, dove sono riportati i riferimenti legislativi e normativi di carattere informativo, che si intende siano rispettati dagli appaltatori e sub-appaltatori nello svolgimento della prestazione;
  • Sezione Tecnica;
  • Sezione Gestionale.

Per queste due ultime parti apriamo un ultimo paragrafo dedicato, perché saranno quelle di maggiore importanza ai fini di una corretta valutazione da parte della stazione appaltante delle competenze di gestione informativa.

 

Sezione Tecnica e Gestionale

Nelle Sezioni Tecniche e Gestionali il BIM Execution Plan fornisce una chiara risposta alle relative sezioni del Capitolato Informativo. Molto spesso, infatti, è il Capitolato stesso a suggerire l’inserimento di un particolare paragrafo rispetto allo sviluppo di altri, che possono essere aggiunti a seconda della sensibilità e competenza dell’appaltatore nella gestione informativa. 

In questo caso specifico la Sezione Tecnica stabilisce i requisiti tecnici della infrastruttura IT che verrà utilizzata per la commessa e per la sua gestione informativa; la Sezione Gestionale andrà a descrivere in che modo e attraverso quali processi e tecnicismi si andrà a svolgere la gestione stessa. Se la prima parte può essere, in un certo senso, standardizzata, magari utilizzando un template d’ufficio BEP come base da cui partire, la seconda dovrà essere sicuramente conformata alla richieste specifiche del Capitolato. Ovviamente, anche per quanto riguarda la Sezione Tecnica il consiglio è quello di essere sempre al passo con l’innovazione tecnologica, sia lato hardware che software.



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Parte estrapolata per il coordinamento dei modelli informativi e della struttura spaziale IFC da adottare di un BIM Execution Plan sviluppato.

Vediamo nel dettaglio quali possono essere alcuni paragrafi da comprendere nella Sezione Tecnica:

  • Infrastruttura hardware;
  • Infrastruttura software;
  • Formati di consegna (aperti e nativi);
  • Sistemi di riferimento;
  • Livelli di Fabbisogno Informativo (LOIN) o Livelli di Sviluppo;
  • Competenze tecniche richieste del team di consegna;
  • Altri eventuali.

Vediamo, invece, quali possono essere esempi di paragrafi per quanto riguarda la Sezione Gestionale:

  • Obiettivi informativi;
  • Usi dei modelli informativi;
  • Definizione degli elaborati informativi;
  • Ruoli e responsabilità;
  • Modalità di coordinamento;
  • Gestione dell’ACDat (o Common Data Environment);
  • Politiche per la tutela e la sicurezza del contenuto informativo;
  • Altri eventuali.

 

Consigli pratici per la scrittura

Il BEP è un documento di fondamentale importanza in un processo BIM, senza il quale non si potrebbe mettere in pratica la metodologia stessa. Vi sono, però, delle ultime considerazioni da fare in merito alla sua scrittura.

Partendo dalla fase di concezione, il BIM Execution Plan deve coinvolgere tutti gli attori della commessa responsabili della consegna delle informazioni al cliente o stazione appaltante. Nella ISO 19650-1 vengono a definirsi i vari Task Team, ovvero l’insieme dei professionisti relativi alla singola disciplina, e il Delivery Team, ovvero l’insieme di professionisti di diverse discipline dei vari Task Team che dovranno consegnare i contenitori informativi per ogni singola fase progettuale. In un processo dove così tanti attori entrano in gioco è consigliato che nella scrittura del BEP via sia un apporto corale. Specialmente coinvolgendo quei professionisti che subentreranno in fasi avanzate di progettazione o costruzione (come per il Facility Manager citato precedentemente).

L’idea è proprio quella di sedersi a tavolo e discutere di tutti i punti fondamentali in risposta al Capitolato Informativo. Specialmente per quanto riguarda gli scambi informativi, dove andrebbero eseguiti dei test di compatibilità e di conversione dell’IFC fra i vari applicativi di Authoring che verranno utilizzati. Non è per nulla piacevole, ad esempio, ritrovarsi in prossimità di una consegna del Permesso di Costruire con problematiche di conversione della geometria che incidono significativamente sui relativi computi metrici estimativi.

I ruoli definiti dalla ISO 19650: Appointing Party (stazione appaltante - A); Lead Appointed Party (appaltatori - B); Appointed Party (sub-appaltatori - C). Da un grigio chiaro ad un grigio scuro sono identificati rispettivamente Project Team, Delivery Team e Task Teams.

Un ultimo consiglio è quello di non eccedere con la scrittura del BIM Execution Plan. Leggere e revisionare un documento di un centinaio di pagine non risulta per niente agevole, specialmente per quei progettisti che magari non hanno ancora tanta dimestichezza con la metodologia stessa. Una quarantina di pagine dovrebbero essere più che sufficienti per spiegare tecnicamente come gestire la commessa BIM; magari con un utilizzo maggiore di tabelle e grafici rispetto alla parte testuale e con allegati al documento stesso che andranno ed esplicare particolari nello specifico. Alcuni di questi aspetti, infatti, potrebbero essere addirittura integrati in Archicad tramite i Fogli di Lavoro, in modo che siano sempre facilmente disponibili e consultabili da chiunque si stia occupando della progettazione. 

Come sempre lascio un collegamento al mio profilo social @quellochefabim, dove in alcuni contenuti ho trattato l’argomento del BIM Execution Plan nel dettaglio.

Buona scrittura!

 

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