BIM

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BIM tridimensionale: il potenziale del Dettaglio 3D

Scritto da Roberto Marin
il 17 novembre, 2022

Tag: Documentazione, Presentare il Progetto

Per analizzare il dettaglio di un progetto spesso, se non sempre, si ricorre al classico modello su carta, o a un modello 2D. Ci sono però altre soluzioni, più chiare ed efficaci a livello visivo e comunicativo.La visita in cantiere è sempre teatro di insegnamenti e dona spunti di riflessione per la nostra professione. Questa volta, stavo assistendo a una riunione di cantiere in presenza della direzione lavori, del progettista e del responsabile dell'Impresa, tutti allo stesso tavolo, dove il tema principale erano i particolari costruttivi delle varie tipologie delle murature che si sarebbero dovute realizzare di lì a pochi giorni.

La discussione aveva come oggetto un elaborato grafico della pianta architettonica del piano con i relativi dettagli costruttivi; il tutto, ovviamente, su carta e con viste a due dimensioni.

Abbiamo sempre tutti fatto in questo modo, ma è la strada giusta da percorrere?

 

Risorse alternative in 2D con il BIM

Non c'è bisogno che vi racconti la scoperta dell'acqua calda: molti studi di progettazione utilizzano ancora il paradigma della progettazione CAD e l'utilizzo dei relativi file DWG bidimensionali. Per fortuna, progettisti e studi stanno abbandonando questo paradigma in favore del moderno processo di progettazione architettonica approdando alla filosofia BIM, spinti dalla necessità di strumenti moderni, più potenti, che consentano la riduzione dello spreco di risorse a disposizione (una su tutte il tempo), come ha detto l'arch. Olimpia Lorenzini di Eutecne nella puntata del podcast Archicad Talks dedicata all'edilizia scolastica.

Con Archicad, il processo di progettazione avviene grazie alla creazione del modello architettonico tridimensionale, prototipo di ciò che verrà realizzato in cantiere, centrando in pieno le tre caratteristiche dello strumento progettuale indicate in precedenza.

La rappresentazione in pianta del modello viene naturale e la gestione dei particolari costruttivi in Archicad è molto semplice: creato il modello, nella palette degli strumenti possiamo selezionare Dettaglio, azione che aprirà la finestre delle impostazioni di questo strumento.

In questa finestra bisogna selezionare la voce Crea nuovo punti di vista dettaglio prima di confermare col tasto Ok, per permetterci di disegnare l'area della vista del modello che vogliamo andare a dettagliare. La sua identificazione avviene tramite il relativo marker all'interno del navigatore nella sezione Dettagli e ci permetterà di entrare nella rappresentazione 2d dell'area indicata precedentemente nel modello (trovi un breve video su questo passaggio sul canale Youtube di Luca Manelli).

Questo è il metodo principe per dettagliare una parte del modello, ma non è l'unica risorsa a nostra disposizione: possiamo anche far puntare il dettaglio a una risorsa esterna. Questa possibilità diventa molto utile, ad esempio, quando abbiamo già un dettaglio in formato DWG creato e/o pronto sul nostro hard disk, oppure se abbiamo il dettaglio sviluppato in formato PDF, come ad esempio quelli che sono all'interno di un catalogo digitale del relativo produttore.

Se si sceglie questa possibilità, bisogna andare all'interno della mappa progetto, cliccare con il tasto destro sulla voce Dettagli e selezionare Nuovo dettaglio indipendente dal menu contestuale che appare. Battezzato il dettaglio indipendente e confermato il nome selezionando il tasto Ok, potremo inserire nella finestra del dettaglio il documento che vogliamo utilizzare selezionando il menu Archivio, seguendo la voce Contenuto esterno e poi selezionando la voce Posiziona disegno esterno. Anche per questo c'è un tutorial di Luca Manelli.

In quanto tecnico che lavora seguendo la filosofia BIM, evito sempre di inserire un dettaglio DWG esterno. Oltre alla mia allergia verso i file di questo tipo, c'è anche un altro motivo: benché possa sembrare più veloce, magari demandando a qualche altro tecnico lo studio del particolare e l'operazione di disegno in 2D col CAD o sfruttando particolari costruttivi già eseguiti in epoche passate, questo comportamento rompe la coerenza tra modello e particolare, lasciando una porta aperta alla generazione di errori dovuti a incongruenze. Consideriamo, inoltre, che questa situazione andrà ad amplificarsi in fase di modifica e revisione del modello progettato, rispedendoci dritti nel luogo da cui stiamo scappando: dipendenza da documentazione bidimensionale e incoerenza tra i vari elaborati grafici progettuali.

Questo tipo di scollamento porta con sé un altro aspetto non certo marginale: affidandosi al dettaglio indipendente, c'è la necessità di un controllo continuo della coerenza delle indicazioni dei materiali riportati nel dettaglio e quelli riportati nel modello. Diciamo che è una possibilità utile in determinati casi, ma che non deve essere la regola.

In Archicad c'è uno strumento perfetto per mantenere coerenti il modello e il particolare costruttivo: le etichette intelligenti, che permettono di esplicitare i dati letti dal modello e quindi direttamente collegati, mantenendo coerenza in caso di modifiche di stratigrafie e/o materiali in fase progettuale.

Il workflow della creazione di un dettaglio, in estrema sintesi, funziona così:

  • Selezionare l'area da dettagliare per ottenere il disegno 2d estratto dal modello;
  • Mantenere le informazioni coerenti grazie all'utilizzo delle etichette intelligenti.

 

La terza dimensione: come si ottiene un particolare 3D

Il particolare bidimensionale è un paradigma che i progettisti conoscono molto bene, perché è uno strumento che viene utilizzato anche quando cerchiamo di studiare un problema costruttivo usando carta e penna o strumenti di disegno digitale, utilizzato un milione di volte durante l'università e altrettante in studio o in cantiere.

In questo senso l'utilizzo del CAD, trasposizione del tecnigrafo in formato digitale, non ha fornito una risposta alternativa a questo paradigma, anzi ha contribuito a mantenerlo vivo. Ora però stiamo lavorando con uno strumento più potente che permette di sviluppare una soluzione diversa e affascinante: perché allora non usciamo dal seminato e aggiungiamo una dimensione per sviluppare dei particolari tridimensionali? Dopotutto il modello 3D lo abbiamo già fatto, e comunicare l'aspetto tecnico di un particolare in 2D sembra quasi fare un passo indietro rispetto alla nostra progettazione.

L'utilizzo della terza dimensione nello sviluppo dei particolari consente di approfondire le scelte architettoniche dei materiali, delle finiture e dei sistemi costruttivi, aspetto che riporta lo sviluppo dell'architettura di un particolare in studio di progettazione, lasciando libero il cantiere di questo peso.

La procedura per ottenere un particolare 3D è diversa rispetto a quella regolare del dettaglio 2D: si parte da un modello BIM in Archicad con un certo grado di dettaglio e si usa in modo opportuno lo strumento Selezione; dopodiché bisogna selezionare la voce Mostra area di selezione in 3D dal menu contestuale che appare facendo un clic col tasto destro del mouse sulla vista.

Ora che si è aperta la finestra 3D dell'area selezionata del modello, possiamo andare a impostare la vista secondo il nostro gusto agendo nelle impostazioni che possiamo trovare selezionando la voce Impostazione proiezioni 3D dal menu contestuale, che appare facendo un click col tasto destro sulla linguetta della finestra 3D di Archicad. Ottenuto il risultato voluto, dobbiamo salvarlo come Documento 3D passando dal menu Documento, seguendo la voce Strumenti documentazione e selezionando Nuovo documento 3D. Qui trovi il tutorial di questo passaggio.

In modo molto semplice, abbiamo così creato un Documento 3D: si tratta di una vista tridimensionale statica di una porzione del nostro modello, che ci permette di divertirci innanzitutto dal punto di vista della comunicazione grafica, aggiungendo allo stesso tempo l'aspetto della comunicazione tecnica grazie alla possibilità di quotare le varie parti del particolare e di usare le etichette automatiche associative che vanno a leggere i dati del modello.

Il particolare visualizzato all'interno del Documento 3D è generato automaticamente dal modello ed è ad esso collegato consentendo la propagazione delle modifiche, caratteristica propria del modello BIM, mantenendo i dati geometrici e non geometrici aggiornati, filosofia ben spiegata in questo articolo di Jorge Beneitez di Enzyme.

Facendo un esempio, possiamo utilizzare le etichette intelligenti che vanno a leggere gli strati presenti in qualsiasi struttura composta selezionata e ne crea la relativa lista; se viene modificata la struttura composta, l'etichetta si aggiorna automaticamente sollevando anche in questo caso il progettista dall'onere del controllo e la coerenza delle informazioni sugli elaborati. Il tempo guadagnato si può utilizzare per comunicare visivamente meglio le informazioni, rendendo molto più gradevole e di valore la lista dell'etichetta seguendo le indicazioni di questo video.

Le possibilità viste fino ad ora, per quanto gustose, comunque non sono le uniche.

 

La funzione Visualizzazione nel dettaglio 3D

Possiamo anche rendere un particolare 3D ancora più accattivante ricorrendo alle sezioni 3D che possono essere posizionate sia nella vista in pianta che nella vista 3D di Archicad e ottenere delle viste di dettaglio che possono essere renderizzate tramite il motore interno Cinerender: le immagini così ottenute spesso parlano più di molti dettagli 2D pieni di etichette e risultano molto più comprensibili al nostro interlocutore a prescindere dalla sua estrazione tecnica. Abbiamo visto proprio un esempio di come una vista 3D aiuti molto la comprensione più di mille tavole in questo articolo, che ne mostra i vantaggi anche in cantiere.

Proprio in questo scenario la comunicazione che vogliamo adottare diventa molto personale e divertente, avendo la possibilità di scegliere di volta in volta le opzioni giuste per ottenere il risultato migliore per la rappresentazione che si avvicina di più al proprio gusto. A differenza di un particolare bidimensionale, il particolare 3D porta con sé la possibilità di comunicarlo in modi diversi grazie a diversi tipi di stile di visualizzazione, che i set degli  stili di Cinerender permettono (come è possibile vedere in questo articolo sulle tipologie di render a schizzo di Luca Manelli) oppure passare alla realizzazione di un vero e proprio render.

Immagino che i lettori più intraprendenti stiano già elaborando un'interessante soluzione per la comunicazione di un particolare 3D: se da una parte abbiamo la vista sul particolare in cui possiamo utilizzare quote ed etichette intelligenti e dall'altra abbiamo un'immagine renderizzata, con l'aiuto di un programma di fotoritocco e pochi passaggi è possibile ottenere una visualizzazione di grande effetto e molto comunicativa.

Si tratta di una vera e propria comunicazione visuale tecnica, perché i particolari tridimensionali, a differenza di quelli bidimensionali, consentono di capire come gli strati dei materiali si adattano e funzionano, informazioni chiave all'interno della comunicazione di un particolare costruttivo ed utili nella fase di messa in opera.

La tipologia dei materiali impiegati nelle costruzioni hanno tutte caratteristiche uniche: proprietà fisiche, qualità, processi di produzione, costo, ecc. Durante la fase di progettazione bisogna tener a mente queste caratteristiche per scegliere il materiale migliore che soddisfi i requisiti e le normative tecniche. Queste caratteristiche non sono però le uniche a cui fare attenzione: anche l'occhio vuole la sua parte! Il nostro particolare 3D può assolvere anche questa funzione, consentendo di prevedere il risultato finale e facilitando la selezione di determinati materiali rispetto ad altri. Possiamo pensare al suo utilizzo per studiare nel dettaglio il risultato di finiture diverse di un materiale o per affinare il risultato dei motivi architettonici progettati.

Il particolare 3D è uno strumento molto efficace, facile da ottenere ed utilizzare, non solo nella fase di modellazione, ma soprattutto nella fase di studio, comprensione e comunicazione.

 

La comunicazione tridimensionale 

Sappiamo bene anche dell'esistenza di barriere tecnologiche nel mondo delle costruzioni che possono creare difficoltà di comunicazione tra le varie figure che concorrono alla costruzione di un edificio ed il particolare 3D. Può aiutarci in questo senso uno degli strumenti più conosciuti ed alla portata di tutti come i file PDF.

Lo so, stride un po' associare un particolare 3D a un file legato per antonomasia alla stampa e alla bidimensionalità; proprio per questo non useremo il file PDF nella sua accezione statica come se fosse una semplice fotografia cristallizzata e stampabile. Lo useremo dinamicamente, ricorrendo al formato di file U3D.

Questo tipo di file, non molto conosciuto in ambito architettonico, è un file aperto con il compito di trasmettere progetti 3D interattivi, supportato da Archicad in fase di salvataggio del modello 3D e incorporabile all'interno del file PDF in fase di pubblicazione. Come? Per entrare nel dettaglio della procedura, potete vedere il video "Archicad PDF 3D"

Avendo tra le mani un particolare 3D di Archicad, nulla ci vieta di divertirci ad usare l'applicazione BIMx per navigare il nostro dettaglio: possiamo farlo ruotare nello spazio, studiarlo e comunicarlo nel modo migliore. E se proprio vogliamo, possiamo usare il comodo ed economico Google Cardboard per un'esperienza immersiva.

Vi sembra troppo? Forse, ma questa provocazione è solo una delle tante briciole da seguire che lascio all'interno dei miei articoli: ad esempio potete immaginare questo workflow utilizzato in fase di comunicazione di un progetto di interior design!

 

Applicare il 3D nella pratica

Le possibilità di comunicazione e visualizzazione di un particolare 3D sono decisamente più numerose ed interessanti rispetto a quello di un normale particolare 2D, ma posso immaginare che a prima vista tutto questo possa sembrare più complesso che gestire un particolare bidimensionale. Il mio consiglio è fare un paio di prove in modo veloce e semplice per esplorare le opzioni possibili e trovare il vostro personale modo di comunicare.

Per farlo non c'è bisogno di ricorrere ad un modello BIM molto complesso: possiamo partire ad esplorare queste possibilità anche costruendo una semplice stanza con lo strumento Muro associato al metodo di costruzione concatenato rettangolare e creare un solaio cliccando in mezzo alla stanza attivando la bacchetta magica tenendo premuta la barra spaziatrice. Una volta inserite in modo opportuno le sezioni 3D in pianta, possiamo passare alla finestra 3D che presenterà un modello 3D sezionato che rappresenta il nostro particolare su cui possiamo fare le prove in modo semplice e veloce.

Buon divertimento!

 

 


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