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Chiudere il cerchio digitale: la gestione del cantiere con il BIM

Scritto da Roberto Marin
il 11 febbraio, 2022

Tag: Lavorare in BIM, Documentazione

Il cantiere è una piccola città nella città, con le sue regole, i suoi personaggi con rispettive divise, i suoi mezzi di trasporto. Un ecosistema indipendente e chiuso dove i visitatori sono più o meno tollerati. Non graditi, badate bene. Uno di questi visitatori tollerati è proprio la figura del progettista.

 

Le visite del progettista in cantiere

Con cadenza casuale, così giudicata da chi ci lavora, il progettista si reca periodicamente in cantiere per vedere l'andamento dei lavori, spesso anche con funzione di Direzione Lavori. Se andate in un cantiere qualsiasi e avete la fortuna di vedere queste due figure disgiunte ed entrambe presenti in contemporanea, potrete distinguere il loro ruolo semplicemente abbassando gli occhi e guardando il tipo di calzature indossate. Questa differenza, apparentemente solo estetica, si paleserà anche nel loro modo di muoversi in cantiere.

Polvere di cemento, pozze grigiastre non ben identificate, materie miste ad acqua ed aree di betonaggio, non si sposano con le calzature alla moda di chi è appena uscito dallo studio di progettazione e che pertanto vanno accuratamente evitate, comportando una camminata spesso scomposta, tutta impegnata a evitare questi ostacoli.

Oggi, visto che vado in cantiere e ci devo entrare rivestendo i panni di una di queste figure tollerate, indosso un bel paio di scarpe antinfortunistiche che ho infilato appena sceso dall'auto, così da guadagnare qualche punto in più agli occhi degli addetti ai lavori. Il loro personale cartellino dei punteggi è molto particolare: tanto avaro nell'assegnare i punti quanto puntuale e impietoso nel toglierli al minimo accenno di tentennamento o di errore. Meglio partire con qualche punticino di vantaggio, non si mai quali avventure ci attendono appena varcate le soglie del cantiere.

Strano, oggi ad attendermi nei pressi del cantiere non c'è la ben nota figura mitologica dell'Umarell. Eppure l'orario è più o meno lo stesso, forse sono solo io in anticipo o stamane fa particolarmente freddo. In ogni caso, vista l'eccezionalità dell'evento, quella di oggi è una data da segnarsi in agenda: via libera!

 

Verificare le varianti in corso d'opera

La visita periodica di oggi consiste nella verifica della consistenza delle varianti realizzate in cantiere. I motivi della nascita delle varianti in corso d'opera possono essere i più disparati, da imprevisti contingenti a modifiche richieste dal cliente; l'unica cosa certa è che ci sono invariabilmente in ogni cantiere.

Diventa normale amministrazione portarsi dietro le tavole di progetto e annotarle indicando misure, scritte, commenti, piccoli disegni e tutto ciò che serve a cristallizzare la modifica rilevata in cantiere e portarla intatta in ufficio dove verrà aggiornato il progetto con ciò che è stato deciso e realizzato sul posto.

Operazione non banale e di rilievo, non solo perché si prendono le misure. Può capitare che, giunti in studio e fatti i primi aggiornamenti al progetto, si scoprano delle vere e proprie bombe, con un potere detonante direttamente proporzionale a quanto tempo è trascorso dalla realizzazione delle modifiche non comunicate preventivamente e a quanto la modifica si discosti da una delle tante normative edilizie che sul posto non sono venute in mente prima di eseguire il lavoro.

Bisogna poi guardare attentamente "la bomba" insieme alla Direzione Lavori, cecando di trovare una soluzione poco invasiva, che non richieda di sganciare questa bomba in cantiere tramite un Ordine di Servizio che imponga la demolizione della parte di opera appena rilevata e la sua ricostruzione nel rispetto della normativa.

Alla luce di queste considerazioni, è chiaro quanto diventi importante essere molto efficaci in cantiere durante le visite. Io ho trovato un utile e potente alleato nel tablet. Poco importa che l'uso di questo aggeggio tecnologico in cantiere comporti una decurtazione dei punti appena guadagnati indossando le scarpe antinfortunistiche.

Tablet

Lo sguardo severo e di biasimo che si posa sul tablet che porto sottobraccio è l'equivalente del gesto di cancellare i punti con un pennarello rosso sul loro personale taccuino.

È probabile che, nel momento in cui ho aperto la cover del tablet iniziato a utilizzare anche la penna digitale, mi sia stato decurtato ancora qualche punticino, ma pazienza... Per ora posso ipotizzare di non essere partito con il saldo in negativo e che, se tutto va per il meglio, rimonterò in un altro momento: la giornata è appena iniziata!

 

Il flusso di lavoro

Per sfruttare l'ambiente digitale in cantiere non bisogna fare capriole all'indietro con triplo salto carpiato: prima di partire dall'ufficio, basta esportare le tavole di progetto in formato pdf e l'ipermodello BIMx utilizzando la comoda funzione di pubblicazione di Archicad; dopodiché si tratta di salvare i file pdf sul proprio tablet o nello spazio cloud che si preferisce e caricare il file BIMx nell'omonima app sul tablet.

Fatto questo, si può partire serenamente verso il cantiere, non prima di essersi assicurati di avere le batterie dei dispositivi al 100% (tablet, penna digitale e distanziometro) e ricordando di portarsi dietro un paio di scarpe antinfortunistiche oltre al metro fisico.

Una volta che si è in cantiere, si possono aprire le tavole con l'app per annotare i file pdf che si preferisce e si può partire col rilevamento delle modifiche rispetto al progetto originale, annotando direttamente sulle tavole le misure, disegnando quando necessario e facendo foto di corredo direttamente col tablet.

Annotazioni

Nel caso in cui vogliate iniziare a usare un'app per l'annotazione dei file pdf, potete partire dalla mia preferita per questo tipo di lavori, PDF Expert, oppure GoodNotes (app usata da Luca Manelli) o anche Notability ad esempio; c'è solo l'imbarazzo della scelta!

Concluso il lavoro, possiamo mettere tutto nel nostro fido zainetto e uscire tranquillamente dal cantiere, avviandoci verso il parcheggio in cui è stata lasciata l'auto.

 

Imboscata!

Uscendo dal cantiere, la temperatura è notevolmente più mite rispetto a quella di quando sono arrivato e come per magia il mitico Umarell, che non si era presentato la mattina, non ha perso l'occasione per sfruttare la tiepida giornata. La mia presenza viene subito notata dal suo sguardo attento. Le scarpe antinfortunistiche aiutano all'ingresso, ma non all'uscita, facendo percepire immediatamente che la persona ingaggiata è un addetto ai lavori e quindi un succulento bocconcino.

Non c'è problema, mi so difendere: con sguardo sprezzante, riutilizzo il solito barbatrucco della finta chiamata che ho spiegato in questa avventura in cantiere e anche questa volta uscirò indenne dall'imboscata! Metto la mano in tasca per prendere lo smartphone e il mio sguardo sprezzante, condito di sicurezza, si congela quando sento la tasca vuota.

La mia mente compie un rapido flashback della mattinata appena trascorsa: risalta come la luna piena in una limpida notte invernale l'assenza di chiamate e/o messaggi durante il sopralluogo, diventa lampante la consapevolezza che non si trattava di una tranquilla mattinata di lavoro, ma che avessi semplicemente dimenticato lo smartphone in auto.

Il mio sguardo allibito fa da contraltare al sorriso sornione del mio antagonista, che stava pregustando la preda man mano che mi avvicinavo al momento dell'interrogatorio. Con intime imprecazioni, valuto le carte a mia disposizione. Alla fine decido: fingo di non saper parlare italiano!

 

Gestire le problematiche al meglio

Lascio immaginare al lettore se questo stratagemma abbia funzionato o se io abbia comunque passato un bel quarto d'ora di terrore. In ogni caso sono riuscito a raggiungere l'auto e a mettermi in salvo, osservando lo smartphone appoggiato nel vano svuota tasche davanti alla leva del cambio.

Proprio in quel momento mi viene in mente l'articolo di Luca Manelli che parla della Gestione delle problematiche; in questo utile articolo c'è l'estensione del workflow seguito durante la visita di cantiere che ha riportato il sorriso sul mio volto, sinonimo che avevo recuperato un minimo di lucidità. Una volta arrivato in ufficio ho solo dovuto seguire dei semplici passi per poter rendere ancora più efficiente il mio flusso di lavoro digitale.

Tablet in ufficio

Dal menu Documento, si seleziona la voce Organizzatore problematica e dalla finestra che appare bisogna selezionare l'icona a forma di ingranaggio che c'è in alto a destra di questa finestra e usare la voce Importa dal menu che appare. Dalla nuova finestra, è possibile selezionare i file in formato pdf, o BCF (BIM Collaboration Format) nelle versioni 1.0, 2.0 e 2.1; nel nostro caso andiamo a selezionare il file pdf annotato usato in cantiere.

Fatto questo, vedrete comparire all'interno del modello Archicad le vostre annotazioni suddivise per piano, prospetti e sezioni, trasformandosi in oggetti Retino che possono anche essere selezionati o nascosti alla vista. Ogni tipo di segno che viene tracciato sul file pdf si trasforma in un singolo oggetto: il numero 25 tracciato sul file pdf, ad esempio, sarà composto da due oggetti retino, uno per ogni cifra; questo comporta di avere una bella quantità di oggetti retino aggiunti al modello, ma niente paura: basta selezionare tutta la scritta annotata, eseguire un click col tasto destro del mouse e selezionare la voce Mostra problematica relativa per vedere comparire la finestra dell'Organizzazione problematica con evidenziati nell'elenco le voci che compongono questa nota scritta sul file pdf in cantiere.

Rimanendo con la finestra dell'Organizzatore problematica aperta, si possono inoltre vedere elencate le annotazioni per nome (attribuiti da Archicad ma modificabili) e assegnare loro dei comodi tag agendo sulle proprietà delle annotazioni, come ad esempio:

  • Lo Stato che può essere impostato tra Aperto, Assegnato, Risolto o Chiuso;
  • La Priorità che può essere impostata tra Bassa, Media, Alta o Urgente;
  • Il Tipo;
  • La Data di ultima modifica e la Data di creazione.

Questa finestra è molto importante per organizzare il lavoro e vi invito ad esplorarla per configurarla nel modo più congeniale al vostro workflow.

 

Ulteriori vantaggi di Archicad

Oltre a rendere più efficiente il workflow delle visite in cantiere e l'aggiornamento del modello, questo sistema permette anche di trasformare il modello BIM nel contenitore delle revisioni, organizzate anche in ordine temporale e concentrate in un unico punto. Inoltre, viene di fatto eliminato il tempo necessario per la ricerca delle informazioni raccolte in cantiere, spesso in fogli volanti sparsi, all'interno della cartella, digitale o fisica che sia.

Colleghi

Avendo un archivio centralizzato che segue la pratica ed il modello, richiamabile in qualsiasi momento, si possono evitare molti errori che possono presentarsi nelle comunicazioni e nell'organizzazione del team, comprese le eventuali dimenticanze in cui si può incappare seguendo un tradizionale flusso di lavoro: ogni annotazione presa sul file pdf viene incasellata in un pratico elenco con caselle di spunta. Se la correzione e/o l'aggiornamento della nota è stata risolta, basta spuntarla ed essa sparirà dall'elenco, rendendo immediatamente percepibili quali di queste non siano ancora state risolte.

Così il lavoro diventa anche più chiaramente quantificabile visionando l'elenco. Inoltre ogni voce può essere accompagnata da una nota descrittiva, utile in fase di riunione e di revisione progettuale col team o col Cliente.

Mettendo insieme questa pratica funzione di Archicad con l'annotazione delle tavole in formato pdf in cantiere col tablet, si chiude il cerchio digitale di questo aspetto del nostro lavoro, rendendo di fatto il workflow lavorativo paperless.

 

 


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