Tag: Strutture Pubbliche, HBIM - Restauro
La metodologia BIM si applica perfettamente anche ai progetti di recupero e restauro architettonico, per la gestione puntuale dei flussi di lavoro e dello sviluppo nel tempo delle varie fasi. Lo studio MBAA ci racconta un restauro in cui l'impiego del BIM ha portato molti vantaggi, in particolare nelle revisioni del progetto e nella rapidità di passaggio tra una fase e l'altra della progettazione.
Lo studio: MBAA - Atelier di Architettura
L'Arch. Michele Bondanelli si laurea presso lo IUAV di Venezia nel 2003, con una tesi sulla valutazione di vulnerabilità sismica degli edifici storici. Di queste tematiche ha fatto la sua professione fondando, nel 2004, lo studio di architettura MBAA, che si occupa di progetti di recupero e valorizzazione paesaggistica.
La ricerca di approcci innovativi per il restauro conservativo e il miglioramento sismico lo hanno portato a vincere il Premio Internazionale DOMUS Restauro e Conservazione (2013) e ad una menzione speciale ai BIM&DIGITAL Awards 2019.
Negli anni, lo studio si è dedicato alle tematiche dell'analisi sismica e diagnostica degli edifici monumentali e del tessuto edilizio antico, in particolare del comportamento strutturale dell’edilizia storica veneziana. Recentemente si è concentrato anche sul recupero di materiale da demolizione finalizzato alla riqualificazione di impianti sportivi.
Racconta l’Arch. Michele Bondanelli: “Siamo un piccolo studio composto da quattro figure professionali che si occupano di tutto il processo della progettazione: uno specialista di rilievo e gestione dei dati laser scanner, un modellatore e sviluppatore di elementi 3D, un responsabile del progetto strutturale e un capo progetto che coordina e gestisce la commessa. Il team viene poi di volta in volta implementato con figure specialistiche per rispondere al meglio ad ogni situazione progettuale.”
Come abbiamo introdotto il metodo BIM
Lo studio MBAA pone al centro del processo creativo la capacità delle persone di sviluppare un pensiero utile alla ricerca delle soluzioni migliori. Questo approccio trova nel metodo BIM uno strumento importante per la gestione dei flussi, dal concept e lungo tutto lo sviluppo del progetto.
Spiega l'Arch. Bondanelli: “Nel 2012 abbiamo intrapreso un importante passaggio alla progettazione 3D, impiegando quasi esclusivamente rilievi laser scanner e fotogrammetria 3D per la rappresentazione dell’esistente. Il secondo step è arrivato nel 2017, quando abbiamo iniziato a implementare la metodologia BIM, in primis investendo su percorsi formativi specifici e poi con la scelta (non facile) del software di authoring. Abbiamo scelto Archicad per due fattori principali: il mantenimento della resa grafica che ci contraddistingue e la logica del software che molto si avvicina alla nostra. Inoltre, per noi era fondamentale la possibilità di interagire con software di modellazione come Sketchup e Rhino.”
Il supporto e la formazione su Archicad sono stati garantiti dal rivenditore locale Openview Solution, con cui lo studio ha avviato un ottimo rapporto di collaborazione. Dal 2019 lo studio MBAA ha ottenuto la certificazione ISO9001:2015 con specificità sulla progettazione di opere di restauro e conservazione.
Restauro e Recupero in BIM: il progetto dell'ex Chiesa di San Giovanni
Il progetto pilota su cui lo studio ha avuto la possibilità di sperimentare e sviluppare l’uso della metodologia BIM in tutte le discipline del restauro, dal rilievo geometrico all’analisi stratigrafica, è stato il restauro e recupero dell’ex Chiesa di San Giovanni ad Argenta (FE)
Il progetto prevede un importante intervento di consolidamento delle coperture e interventi di riduzione della vulnerabilità sismica. Questo è il primo step di un intervento che porterà, in un secondo momento, al completo recupero dell'edificio.
Il progetto è partito nel 2013, quindi è stato decisivo svilupparlo con metodologia BIM per gestire nel tempo tutte le fasi necessarie fino alla completa rigenerazione.
Spiega l'Arch. Bondanelli: “In un progetto di edilizia storica, il nodo principale è sempre rappresentare in modo corretto le geometrie che caratterizzano la fabbrica. I nostri standard di rappresentazione erano già ben definiti e caratterizzati da un segno grafico molto particolare, quindi abbiamo cercato di risolvere alcune criticità legate soprattutto agli apparati decorativi e alle importanti deformazioni che caratterizzano alcune compagini murarie. Una volta definito il giusto compromesso, abbiamo dovuto affrontare il tema di correlazione degli interventi, molto spesso puntuali, alle diverse linee di finanziamento e alle diverse categorie che ogni finanziamento prevede.”
In questo progetto Archicad è risultato fondamentale per la gestione delle nuvole di punti e per la modellazione degli apparecchi murari, caratterizzati da deformazioni anche importanti. La possibilità di realizzare tutto l’apparato architettonico in Rhino e implementarlo in Archicad ha permesso allo studio di costruire un modello geometrico rappresentativo completo e molto dettagliato.
La semplicità nella gestione delle classificazioni e delle proprietà ha consentito di costruire su misura tutto il corpus di informazioni da associare a ogni elemento. Il progetto non affronta ancora una completa interoperabilità basata su IFC, ma sfrutta la linea di comunicazione con la committenza tramite BIMx, mantenendo quindi tutte le classificazioni e le proprietà create specificatamente.
Particolarmente utile in Archicad è stata la funzionalità delle sovrascritture grafiche. Poter creare un set base di sovrascritture che in pochi secondi possano visualizzare le diverse tavole tematiche (analisi del degrado, quadro fessurativo, analisi statigrafica ecc.) consente di registrare i dati significativi e tramutarli in visualizzazione grafica, aumentando le possibilità di valutazione e scelta delle soluzioni progettuali.
Conclude l'Arch. Bondanelli: “Nello specifico di questo progetto abbiamo mappato il quadro fessurativo con lo strumento forma 3D tramite elementi dotati di classificazione e proprietà specifiche che ci stanno consentendo di monitorare l’intero stato di danno. Grazie alla proprietà di intersezione dei materiali da costruzione ogni lesione può fisicamente rappresentare la diversa penetrazione nell’apparecchiatura muraria.”
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