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Lo studio BEMaa segue da sempre una filosofia precisa: mantenere una scala dimensionale contenuta dello studio per garantire costantemente il massimo controllo di qualità sui progetti. Quando è l’intervento stesso a richiedere un salto dimensionale, come nel caso del progetto per i nuovi headquarters Tim a Roma, la soluzione ormai rodata nel tempo è il networking.
La collaborazione continuativa con alcuni studi progettuali, applicando standard condivisi di costi e processi, ha permesso di formare team di lavoro in grado di rispondere con efficienza anche alle peculiarità dei progetti più impegnativi.
Comune denominatore è l’uso di Archicad, che ha garantito la possibilità di usufruire di server condivisi. Ed è anche grazie al software che lo studio BEMaa, come confermano i soci, riesce a sviluppare sia un’integrazione orizzontale, per numero di collaboratori, sia verticale, per ambito disciplinare. Oltre a garantire, pur nella temporanea frammentazione del lavoro, l’omogeneità del core business: la progettazione.
BEMaa: percorso e sviluppo dello studio
Lo Studio BEMaa nasce nel 2007 da una collaborazione pluriennale fra i soci fondatori Ombra Bruno, Christiane Egger e Paolo Mazzoleni.
Prima della fondazione dello studio eravamo semplicemente un gruppo di amici e compagni di studi che, con un po’ di imprudenza e spericolatezza, hanno deciso di avviare questa avventura professionale. Così si definiscono gli Arch. Egger e Mazzoleni. Nessuno di loro aveva in precedenza lavorato a lungo in studi di grandi dimensioni e le loro esperienze pregresse consistevano nella collaborazione quinquennale in uno spazio di lavoro condiviso. Dopo aver constatato la funzionalità di questo schema di lavoro, insieme all'Arch. Ombra Bruno hanno deciso di dare vita a BEMaa. Da allora sono rimasti una realtà di dimensioni relativamente contenute, senza mai aspirare a una crescita dimensionale, e tuttora utilizzano in media quattro collaboratori per un gruppo di lavoro di base composto da 7-8 persone.
La scelta non è casuale, perché permette di ottenere il massimo livello di controllo sulla qualità del lavoro, mantenendo allo stesso tempo una elevata capacità di risposta in ambiti progettuali di maggiore impegno attraverso una rete di collaborazioni.
A questo scopo BEMaa lavora con una certa continuità con altri studi di architettura, con due dei quali condividono anche gli ambienti di lavoro, in una logica di networking strutturato. Nella medesima ottica - ci spiegano gli architetti - stiamo sviluppando anche l'area engineering, cercando partner che come noi abbiano scelto una scala dimensionale relativamente contenuta, ovviamente in funzione del proprio ambito di riferimento. Lo studio di progettazione strutturale con cui collaboriamo, ad esempio, è composto da 30 persone, dimensione comunque piccola rispetto allo standard medio del settore. Tutto ciò sempre allo scopo di privilegiare controllo e qualità del progetto.
Grazie a questa impostazione BEMaa è in grado di volta in volta di creare team di lavoro che vanno da un minimo di sette persone fino a cinquanta/sessanta, in funzione del grado di complessità del progetto, sviluppando sia un’integrazione di tipo orizzontale (per numero) che verticale (per settore disciplinare). Utilizzando un network di collaboratori consolidato BEMaa ha standardizzato costi e processi nel tempo, al punto che questo tipo di organizzazione composita e articolata è pressoché trasparente per la clientela. Così lo studio può offrire una risposta estremamente flessibile, improntata al progetto architettonico o strutturale a seconda del tipo di commessa da sviluppare, risultando fortemente competitivo in termini di tempi e costi rispetto a realtà di maggiori dimensioni.
L’efficienza dell’IFC
Il BIM in Italia sta ancora muovendo i primi passi, in particolare negli ultimi due anni, e quindi ciascun attore coinvolto - dal progettista, a chi si occupa di engineering, all'impresa, a committenti e manutentori - sta cercando la propria strada riordinando idee e competenze non ancora chiare e codificate - spiegano gli Arch. Egger e Mazzoleni.
Il settore della progettazione si identifica oggi in due caratteristiche: la forte frammentazione e una certa arretratezza tecnologica rispetto ad altri Paesi. In questo quadro BEMaa si pone in una posizione privilegiata, disponendo di modelli 3D per ogni architettura che sviluppano, comprensivi di tecniche, materiali, quantità, e caratterizzati da un buon livello di completezza informativa. La stessa logica caratterizza anche lo studio di progettazione strutturale con cui lavorano, permettendo di raggiungere livelli di dettaglio informativo molto elevati.
Altre aree disciplinari, come l'impiantistica, si trovano a uno stadio di implementazione più arretrato: sfruttano l'approccio BIM, in una ipotetica scala di avanzamento, ancora solo al 60-70% delle sue reali potenzialità. Rileviamo tuttavia, soprattutto negli ultimi due anni - sottolineano i due soci - una certa crescita nella richiesta di adozione della metodologia BIM sia da parte di committenti che di consulenti e imprese di costruzione.
Il BIM nelle richieste della committenza
La committenza di BEMaa è varia in particolare in ambito privato, dall'investitore alla cooperativa. Hanno rapporti anche con la Pubblica Amministrazione.
Il primo caso in cui BEMaa ha formalizzato la richiesta di utilizzo della metodologia BIM in fase contrattuale è stato quello del progetto per la nuova sede Tim. Questo è un esempio in cui il suo impiego si è rivelato particolarmente utile soprattutto per aspetti quali model checking e clash detection, cruciali nella notevole complessità del progetto.
Recentemente abbiamo ricevuto richieste più generiche sia da parte di investitori privati che di cooperative di costruzione, senza però specifiche di dettaglio - specificano gli architetti. Una domanda inizia a emergere, senza dubbio, ma fintanto che quest'ultima non verrà espressa da un interlocutore preparato e rivolta a un interlocutore altrettanto preparato le potenzialità del BIM non saranno in grado di esprimersi al meglio.
Il controllo di tempi e costi in ambito BIM
Nel settore dell’edilizia civile si tratta di un tema ancora in fase embrionale. Nella nostra prassi di studio elaboriamo computi di tipo tradizionale sulla base delle quantità ricavate dal progetto BIM, realizzando una sorta di Quantity Takeoff basato non su costi ma, appunto, su quantità. L'approccio è lo stesso anche per interventi di una certa importanza, dove il lavoro del computista è ugualmente facilitato.
Secondo BEMaa, un controllo in tempo reale di tempi e costi risulti assai vantaggioso proprio quando applicato alle varianti, dato che il BIM offre la possibilità di controllare in corso d’opera diversi scenari e valutarne l'opportunità/convenienza.
Guarda la testimonianza dello Studio BEMaa
Non solo gestione del progetto: Archicad come strumento di marketing
Il controllo del processo (soprattutto di costi e tempi) rappresenta un fattore critico anche per realtà dimensionalmente contenute come BEMaa, dove la qualità del progetto rappresenta una priorità assoluta. Archicad ci ha permesso di avere un governo totale di ciò che rappresenta il nostro core business, la progettazione architettonica. Uno strumento così efficace che abbiamo deciso di far confluire all'interno dell'ambiente Archicad anche altre lavorazioni, come quelle 2D e quelle grafiche - spiegano i due soci. In questo modo si gestiscono esternamente solo relazioni, fogli di lavoro e renderizzazioni.
Accanto a tali vantaggi funzionali il BIM riveste oggi una grande importanza anche in termini strategici: permette di lavorare in modo rapido e concorrenziale. BEMaa è in grado, ad esempio, di sviluppare il concept di un edificio con relativa visualizzazione 3D in sole tre settimane, un risultato che, in termini di tempo e qualità, esercita una forte impressione sui committenti, soprattutto in fase preliminare.
Il BIM può rappresentare per lo studio uno strumento di promozione e marketing estremamente efficace. Proprio a questo scopo stiamo per varare una nuova sezione del nostro sito aziendale dedicata alle esperienze da noi maturate in questo ambito.
Due progetti rappresentativi
Sono due gli interventi in corso di sviluppo più significativi nell'ottica di implementazione del BIM di BEMaa. Si tratta di edifici residenziali localizzati a Milano, il primo distribuito su 4.000 metri quadrati e il secondo su 8.000 metri quadrati, per i quali BEMaa è in procinto di presentare i titoli edificatori e a cui ha iniziato a lavorare in tempi differenti.
Parliamo, in un caso, di un edificio in mattoni a vista inserito in un ambito urbano d'epoca, e nell'altro di un immobile soggetto a vincolo paesistico, tipologie edilizie quindi relativamente lontane dallo stereotipo dell'ambito di elezione del BIM - l'immobile per uffici tecnologicamente infrastrutturato - ma che ciononostante si prestano assai bene al suo impiego.
Più recentemente BEMaa ha concluso un intervento in Francia per una Fondazione, che ha previsto l'integrale risistemazione di un complesso composto da tre edifici. Modellare in ambiente BIM un'architettura esistente ha rappresentato per lo studio una notevole sfida, che ha permesso di conoscere a fondo i vantaggi di Archicad.
I nuovi Headquarters TIM di Roma
I nuovi headquarters TIM a Roma sono un progetto di UNO-A architetti associati, Studio Calzoni, BEMaa, Paolo Bodega Architettura (progetto bioclimatico), Emanuele Naboni (progettazione sostenibile e simulazioni), Studio Iorio srl (progetto strutturale), e General Planning (impianti, antincendio e computi).
Il progetto ha alla base una strategia semplice: lasciare che i volumi originali, stereometrici e astratti, sorgano, avvolti in un nuovo involucro performante e mutevole, da un grande basamento urbano ri-naturalizzato.
Il basamento è una zolla urbana che torna a connettersi con il tessuto dell’EUR, una particella nel verde molecolare della Capitale. Un grande sistema tridimensionale, vivo e rarefatto al contempo, che si offre alla colonizzazione della vegetazione che torna a farsi spazio tra le pietre della città. In cambio offre funzioni, abitanti, vita: urbanità.
Le torri sono tre volumi eleganti e lineari nello spazio compresso che le unisce. Una nuova, indispensabile, pelle che le aggiorna, tecnicamente e compositivamente, nella serena impossibilità di mutarne realmente l’aspetto, il ruolo paesaggistico, il valore iconico.
I flussi, infine: parliamo di persone, prima di tutto - utenti, dipendenti e dirigenti, clienti e passanti. Poi la vegetazione, gli impianti, la luce, l’aria stessa. Tutti questi elementi si raccolgono ai piedi delle torri, ospitati dagli anfratti accoglienti del basamento, e poi le risalgono, sfruttando gli interstizi, e le rianimano.
Il BIM è destinato a diventare uno standard
Secondo BEMaa, l'adozione del BIM rappresenta una scelta inevitabile nel lungo periodo, sia per il settore degli appalti pubblici che per quello delle costruzioni . Non si tratta di una diversa forma di disegno elettronico ma di un nuovo processo, un approccio nuovo al progetto, sinonimo di un cambiamento epocale.
Le incertezze sono ancora molte, e non tutte le previsioni sono probabilmente destinate ad avverarsi, ma il potenziale di cambiamento insito ne BIM è di portata enorme. Disporre di un modello 3D elaborabile e verificabile da qualsiasi software utilizzi lo standard IFC, contenente informazioni complete riguardo a tutti i parametri di progetto (da quelli architettonici e strutturali per arrivare a quelli urbanistici ed energetici) significa aumentare in maniera esponenziale l'efficienza dell'intero processo. Un cambiamento destinato a incidere profondamente anche sui professionisti, che tutt'ora a volte utilizzano ancora il CAD come una sorta di tecnigrafo tridimensionale senza coglierne la praticità e i contenuti.
Risulta invece più difficile prevedere da quale fonte scaturirà la crescita più rilevante di questa domanda, se dalle imprese di costruzioni (in Italia mediamente arretrate per quanto riguarda l'ambito IT) o dal settore del maintenance (che lavora già in questa ottica).
Gli Arch. Egger e Mazzoleni concludono: Il tema della gestione immobiliare è di sempre più stretta attualità in quanto molti fondi immobiliari costruiscono per poi cedere la proprietà e mantenere la gestione del costruito; una dinamica nel cui quadro il BIM potrebbe offrire un notevole valore aggiunto.