Tag: Lavorare in BIM
Negli articoli precedenti abbiamo trattato le potenzialità di un modello fondato su un database di informazioni e l'importanza del garantire la collaborazione tra professionisti all'interno del progetto. Oggi affrontiamo l'ultimo capitolo di questo cammino: la progettazione algoritmica.
Modellazione parametrica e progettazione algoritmica
La modellazione diretta, che conosciamo bene tutti quanti nel momento in cui usiamo un qualsiasi software di progettazione, consente di creare un modello attraverso operazioni manuali. Se si vogliono apportare delle modifiche occorre usare delle operazione manuali per ottenere il risultato voluto.
Nella modellazione parametrica è possibile apportare modifiche variando uno o più parametri e ottenere in tempo reale il modello aggiornato. Tutti gli oggetti in Archicad sono parametrici: cambiano dinamicamente in base ai dati inseriti. Se ci si vuole spingere oltre, si possono anche creare oggetti personalizzati e utilizzare tool gratuiti come Library Part Maker per gli utenti più esigenti.
Molto interessante e più facile forse da approcciare per noi architetti è il tool Param-o, recentemente introdotto anche per piattaforma macOS: invece di usare script, utilizza un sistema di nodi visuali per ottenere oggetti personalizzati. Per iniziare a far conoscenza con questi strumenti, vi consiglio di partire da questo articolo.
La vera e propria frontiera del BIM, oggi, è la possibilità di governare il modello intero tramite funzioni matematiche! La progettazione parametrica utilizza funzioni matematiche che sono essenzialmente degli algoritmi realizzati mediante un sistema di programmazione visiva con diagrammi a nodi.
Lo strumento più diffuso, a cui Archicad si appoggia con il sistema di live-connection, è Grasshopper: affascinante la possibilità di generare la soluzione migliore dell'inclinazione dei frangisole in base all'esposizione dell'edificio, dei suoi ambienti interni, della località geografica e l'irraggiamento prodotto nella varie ore del giorno. Anche in questo caso, meglio lasciar parlare le immagini in questo video.
Nella progettazione architettonica di tutti i giorni non è necessario ricorrere a tutti questi strumenti: gli oggetti esistenti nella libreria Archicad sono più che sufficienti e se non bastano, si possono scaricare dei modelli 3D forniti anche dalle case ufficiali che li producono.
Questa affascinante possibilità, come avrete intuito, per ora è lontana dal mio computer. Per esperienza diretta, questo tipo di progettazione è usato nei grandi studi di progettazione italiana ed estera come un normale strumento di lavoro. Se oggi fossi uno studente mi sarei studiato per bene l'argomento per poterlo esibire sul curriculum e avere una carta in più da giocarmi in fase di colloquio lavorativo.
Penso anche che a breve termine questa modalità di progettazione non sarà parte integrante del mio flusso di lavoro. Il primo ostacolo è la conoscenza di base di programmazione che mi manca, come manca a molti architetti. Sotto questo punto di vista, in futuro, mi aspetto che le basi di programmazione siano materia di studio in facoltà.
Il secondo ostacolo è avere il modo di utilizzare la progettazione algoritimica in un progetto in cui ne valga la pena. Lo sforzo che dovrei impegnare per poter sfruttare questo strumento nella progettazione sarebbe molto alto e, nel caso in cui volessi farlo, mi converrebbe collaborare con qualcuno che lo conosca bene.
Se si allineano gli astri, però, la materia è troppo affascinante per dir di no! Questa tipologia di strumenti sono nella mia mira da un pezzo e mi son ripromesso di affrontarla con qualche semplice implementazione, come ad esempio lo studio di una facciata.
C’è vita dopo il cantiere
La possibilità di conoscere i dati, inserirli in un modello BIM e rendere questi dati accessibili permette anche una migliore gestione dell’edificio una volta che è stato costruito. Ogni edificio è soggetto al passare del tempo, conseguentemente arriverà un momento in cui si dovranno effettuare delle manutenzioni, ordinarie e/o straordinarie.
Avere a disposizione un database centralizzato che può essere facilmente interrogato per capire qual è, ad esempio, il tipo di guaina che è stata utilizzata in fase esecutiva e che va sostituita, oltre a permette di acquistare a colpo sicuro il materiale necessario con le stesse caratteristiche tecniche di quello utilizzata, permette di avere il costo preventivo realistico della riparazione da effettuare. Il tutto senza aver la necessità di andare a cercare i relativi documenti (cartacei o informatici) o esser costretti ad effettuare indagini invasive sul costruito.
Un bel risparmio di tempo e denaro! Peccato che non abbia ancora avuto modo di avere Clienti interessati a questa possibilità… In ogni caso il Facility Management sarebbe decisamente più efficiente con il supporto del BIM e dell’ipermodello. Intanto continuo a proporlo nei preventivi, chissà che a forza di parlarne, qualcuno decida di accettare!
Il futuro è qui
Il BIM sta pian piano modificando anche il mondo del lavoro, cambiando l’anima dello studio di progettazione, evolvendo da realtà incentrate sulla figura del titolare a una progettazione incentrata sull’interscambio di esperienze e conoscenze. Per approfondire questo aspetto vi consiglio di leggere l'articolo che parla del BIM come strumento di crescita dello studio.
Oltre a queste metamorfosi, il BIM è lo strumento che ci potrà traghettare verso il futuro. Questo futuro ha un nome ben preciso che utilizza il BIM come tassello fondamentale: parlo del Digital Twin.
Questa tecnologia che fino ad almeno 3 o 4 anni fa rappresentava qualcosa di fantascientifico, in questo periodo sta diventando realtà con applicazioni pratiche in moderne città nel mondo. Il modello virtuale sviluppato in BIM viene utilizzato come copia dell’edificio reale costruito al quale viene collegato attraverso sensori, attuatori ed elementi di Internet of Things (per gli amici IoT).
Questo collegamento tra virtuale e reale permette di controllare in remoto lo stato funzionale dell’edificio che può rispondere automaticamente alle variazioni attraverso gli attuatori. Le diverse applicazioni, che variano dalla “semplice” copia digitale all’applicazione estesa della definizione dei Digital Twin, sono molteplici e ne parleremo in un prossimo articolo. Penso si debba parlarne perché le implicazioni sono importanti, impattano sulla vita e la gestione delle città in cui viviamo e il BIM ne è il tassello fondamentale.
Molto più vicino all’Italia il futuro che sta diventando presente nel settore degli appalti pubblici, settore in cui non sono direttamente coinvolto. L’obbligo dell'utilizzo del BIM è effettivo dal gennaio di quest'anno per i lavori con un importo a base di gara pari o superiore a 15 milioni di euro. La soglia d’importo per i lavori pubblici per cui questo strumento sarà obbligatorio si sta abbassando ogni anno sempre di più e in modo verticale: dal 2025 è obbligatorio per le opere con importo a base di gara inferiore a 1 milione di euro. Ovvero tutte.
E il futuro che diventa presente non risparmia sorprese. Il Decreto Semplificazioni prevede che le Stazioni Appaltanti possano prevedere punteggi premiali per la progettazione BIM per gli appalti relativi alle opere finanziate dal PNRR (Piano Nazionale di ripresa e resilienza) e dal PNC (Fondo complementare). Quali saranno per ora non è chiaro: la loro definizione avverrà tramite il successivo decreto del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile a stabilire le regole per l'attribuzione dei punteggi.
L’intento risulta chiaro dalle mosse del Governo: il BIM sarà fondamentale negli appalti pubblici.
Conclusioni: dove ci porta il cammino
Da più parti arrivano gli input con la richiesta di cambio di metodologia di progettazione: si tratta di ascoltarli. Sappiamo quali sono le possibilità che la metodologia BIM oggi offre ai progettisti, aiutandoli nel loro lavoro: gestione e comunicazione delle informazioni, clash detection, controllo dei costi dell'opera e facility management.
Credo che ormai sia chiaro che non è necessario abbracciare tutta la metodologia BIM per iniziare a usarlo e ottenerne i benefici. Si può scegliere di coglierne solo alcuni aspetti e i soli strumenti che aiutino nella professione: ognuno i suoi, tutti siamo diversi e lavoriamo in modo diverso in ambienti diversi, senza sapere tutto dalla A alla Z.
Possiamo tranquillamente dire che ci sono vari livelli di utilizzo del BIM: non c’è un livello più degno di un altro, ma un livello di utilizzo che è conforme al lavoro che stiamo facendo. Dei veri e propri livelli di utilizzo funzionali del BIM che non richiedono la conoscenza e la messa in pratica completa di tutta la materia.
La parola d’ordine è iniziare a incamminarsi. Domani ci attendono nuove forme di consegna dei progetti, l’evoluzione dello studio di progettazione, la progettazione parametrica e algoritmica, l'adozione del BIM negli appalti pubblici anche con forme di premialità e i Digital Twin. Mai come in questo momento storico è calzante il detto "Chi si ferma è perduto".
Per una visione d'insieme, ecco i link a tutti gli articoli della serie In cammino con il BIM:
- Un modello che è anche database;
- La collaborazione alla base del modello;
- I segreti della progettazione algoritmica.
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