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Pagellone delle novità BIM verso il 2024 (parte 2)

Scritto da Roberto Marin
il 16 gennaio, 2024

Tag: Approfondimenti

Nella prima parte di questa carrellata dedicata alle novità del mondo BIM abbiamo parlato delle tecnologie promosse, cioè quelle che, in un modo o nell'altro, hanno avuto importanti applicazioni e ricadute concrete. In questa sede ci concentriamo sui rimandati e i bocciati: capiremo cosa non ha funzionato e perché hanno avuto delle difficoltà a rendere bene. Inoltre, faremo una panoramica delle novità entrate in scena di recente, cercando di capire come se la stanno cavando e quali potrebbero essere gli sviluppi futuri.

 

I bocciati: realtà virtuale e Metaverso

Nonostante le grandi premesse, i nostri primi protagonisti sono proprio la realtà virtuale e il Metaverso. La loro storia, partita con mille promesse, si è andata a scontrare con la realtà, e non quella virtuale. È stata proprio la tecnologia ad arrestare la loro corsa, quella che sulla carta doveva esser la loro migliore alleata. Le richieste hardware, nonostante i continui progressi in tema di potenza computazionale, rimangono elevatissime e non certamente alla portata di tutti.

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In fin dei conti, una delle funzionalità più affascinanti era la possibilità di riunirsi virtualmente nel modello del progetto che si sta sviluppando per effettuare controlli e revisioni, ma è facilmente replicabile (in modo più economico) con una videocall e la condivisone dello schermo. Personalmente, credo che anche il lockdown abbia giocato in qualche modo un ruolo determinante nella mancata adozione della realtà virtuale: si ha meno voglia di stare al chiuso, dopo aver capito che il contatto umano è ciò che ci permette di vivere pienamente.

Abbiamo alcuni esempi di come queste tecnologie siano state abbandonate proprio da alcune aziende che sono passate direttamente ai fatti: Microsoft ha chiuso AltSpaceVR, l'ambiente sociale in realtà virtuale acquistato nel 2017, e a ruota l’intero dipartimento per lo sviluppo del suo cosiddetto metaverso industriale, licenziando circa 100 persone. A marzo del 2023 Disney ha chiuso la sua divisione dedicata al metaverso, che era stato presentato come la nuova generazione di narrazione e costruzione delle esperienze per gli appassionati dell'universo Disney e delle sue tante proprietà rilevate negli anni, da Pixar a Marvel.

Non soltanto il settore privato sta perdendo fiducia nel Metaverso, anche il pubblico sta seguendo la stessa strada: a gennaio la Commissione europea ha messo nel congelatore il suo metaverso, la piattaforma interattiva parte di un programma internazionale di investimenti in tecnologie, ricerca, salute ed energia verde denominato Global Gateway.

Altra spallata al Metaverso arriva proprio da Meta, a Maggio 2023, con un comunicato ufficiale: stop alla creazione degli eventi sul Metaverso tramite la sua piattaforma Horizon Worlds, togliendo l'opzione per organizzarli e di incontrare altri utenti all'interno di essa. Anche Apple (a giugno) ha spostato l'attenzione dalla realtà virtuale (alias Metaverso) alla realtà aumentata con la presentazione del Vision Pro ed il punto di vista del suo CEO Tim Cook.

L'unico esperimento di Metaverso davvero funzionante e di successo, ad oggi, sembra essere Minecraft: è un gioco ma anche un universo facilmente esplorabile con la possibilità di costruire e creare, il tutto senza cercare di essere eccessivamente realistico e con grafica semplificata, cosa che a sua volta risolve intelligentemente la questione delle richieste hardware.

Per i più curiosi, segnalo l'approfondimento di Simone Arcagni, docente di nuovi media all'Università di Palermo, nel suo nuovo libro La zona oscura. Filosofia del metaverso (Luiss University Press) in cui traccia la storia del concetto di Metaverso cercando di disancorarlo dalle interpretazioni più semplicistiche e stereotipate, spesso alimentate dalle mode, e mettendo in luce significati culturali e tecnologici molto più profondi.

 

Rimandati: Stampa 3D e Blockchain

Copertina blog Graphisoft-Jan-11-2024-03-31-59-3596-PMCome può accadere durante il percorso di studi, anche in questo caso abbiamo degli “studenti” che, se si fossero applicati con maggiore impegno, senza fare affidamento solo sulle proprie capacità, sarebbero riusciti a passare senza problemi. 

La prima da rimandare è la Stampa 3D: non perché la tecnologia non sia interessante o poco funzionale, tutt'altro. Si tratta proprio di applicarsi di più: di esempi ce ne sono stati, ma non abbastanza da permettere a questa tecnologia di uscire dalla sua nicchia e diventare uno strumento adottato nelle costruzioni in modo capillare, almeno in Italia, nonostante la prefabbricazione sia una tecnologia usata in vari settori edili con alterne fortune.

Sono fiducioso sulle sue potenzialità: ad esempio nei Paesi Bassi, lo Studio RAP ha combinato alla stampa 3D il design algoritmico per ottenere 3.000 piastrelle in ceramica con cui hanno rivestito l’intradosso di due passaggi coperti all'interno del progetto di sviluppo abitativo di Delft di VY Architects. Inoltre sono state disposte secondo una geometria determinata da un algoritmo sviluppato da loro stessi. 

 

Scala troppo piccola per essere commerciale? Il bello della stampa 3D è che con gli strumenti giusti si può arrivare a una portata decisamente maggiore, tanto da costruire un edificio lungo 54 metri, largo 11 e alto 9 metri, ad oggi l'edificio stampato in 3D più grande del mondo. Costruito in Germania, si tratta di un Datacenter con volumi curvi e facciate ondulate dall'essenza ecosostenibile grazie alla tecnologia di stampa tridimensionale adottata, abbattendo del 50% le emissioni di carbonio per la sua costruzione.

Essendo un datacenter e non un'abitazione posso capire il vostro scetticismo, ma è un ottimo esempio per dare un'idea delle dimensioni che possono essere coperte dalla stampa 3D. ICON (una startup con sede ad Austin, diventata uno dei più grandi nomi in questo campo) ha costruito la più grande comunità di case stampate in 3D al mondo con un totale di 100 unità mono famigliari e con l'idea di inviare strutture stampate 3D sulla Luna col Project Olympus e su Marte con Mars Dune Alpha.

Con progetti di questo tipo, una startup del genere non poteva che andare a bussare la porta a BIG per il primo hotel stampato in 3D: facendo uso della geometria euclidea, Ingels ha progettato la struttura in allineamento concettuale con la natura eccentrica del marchio alberghiero, progettando unità per gli ospiti a cupola, una piscina circolare a sfioro, una casa balneare all'aperto, una cucina all'aperto e strutture comuni di forma organica per l'arte e la creatività, mentre l'ospitalità è affidata a case da due, tre o quattro camere da letto con superfici che vanno da circa 110 a 205 m2.

Altra promessa tecnologica rimandata o ancora da implementare in modo massimo è l'uso della tecnologia Blockchain: provate a pensare se ricordate una notizia rilevante dell'implementazione di questa tecnologia in edilizia nel 2023. L'unica implementazione che mi viene in mente è quella di Arcartera, azienda di Hong Kong, con l'obiettivo di portare maggiore trasparenza e sicurezza al processo di costruzione, attraverso una nuova soluzione Blockchain BIM che crea automaticamente un libro mastro pubblico dello stato di costruzione di un edificio coniando un NFT per un file IFC. E questo è tutto per la Blockchain. Un po' poco, non trovate?

 

Le new entry: plastici metavisuali e realtà mista 

Fin qui abbiamo visto come se la sono cavata le tecnologie emergenti del 2023. Vediamo ora le novità che si stanno facendo strada in questo periodo.

L'ago della bilancia tecnologica si sposta dalla realtà virtuale alla realtà aumentata: nascono i Plastici metavisuali. Si tratta di un nuovo prodotto derivante dall'utilizzo dei Digital twin e l'Intelligenza Artificiale per la comunicazione e lo storytelling urbano.

Il team di Blu Oberon, con sede a Milano, sfrutta la realizzazione di un plastico della città a diverse scale con l'utilizzo di resina, gesso e plastiche riciclate, proiettando sulla sua superficie le texture dei modelli digitali 3D, aggiungendo strati di infografiche e dati dinamici con l'obiettivo di rendere comprensibili i progetti futuri della città anche attraverso l'uso di sensori per rendere l'esperienza interattiva, anche attraverso simulazioni del traffico veicolare e pedonale.

Dei digital twin abbiamo parlato più volte su questo blog, questo esempio però aggiunge la possibilità di rendere fruibili le informazioni anche ai non addetti ai lavori, creando un'opportunità molto interessante per il confronto sullo sviluppo delle città da parte di chi le vive quotidianamente.

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Connessa a questa nuova tecnologia, credo che quest'anno vedremo un nuovo sviluppo della realtà mista. Diversa dal concetto che abbiamo conosciuto oggi, perché subirà un cambiamento dovuto agli sviluppi derivanti dall'utilizzo dei Vision Pro di Apple: non vorrei sbilanciarmi molto, il progetto di Apple è ambizioso, tanto da voler rivoluzionare il personal computing, ma rimane indubbio che le ripercussioni arriveranno anche nei mondi delle costruzioni e della progettazione, facendoli evolvere o addirittura cambiandoli.

Attualmente c'è già la possibilità di utilizzare la realtà aumentata con i dispositivi portatili, ma un visore ha il lato positivo di liberare le mani. Inoltre, si capisce facilmente che lo sviluppo della realtà mista permetterà di far sperimentare in modo più facile e comprensibile i nuovi spazi ai clienti, spostandosi all'interno di quelli esistenti. Lato cantiere, ammesso e non concesso che si possano utilizzare dispositivi così delicati in un ambiente così particolare, potrebbe ad esempio migliorare la realizzazione delle infrastrutture impiantistiche all'interno di un edificio.

Uno dei settori che per me è però più affasciante, anche a causa della mia formazione accademica, è la possibilità di utilizzare la realtà mista per riportare in vita i vecchi edifici, visitando siti reali ed antiche rovine, rivedendo i fasti delle civiltà passate.

 

Un nuovo formato di scambio dati per il settore AEC

Infine, ultimo ma non ultimo per importanza e, anzi, direi perno di quasi tutti i discorsi che verranno affrontati in questo nuovo anno, è il formato di interscambio di dati USD. Lo so che sembra un formato di file estraneo al nostro mondo, derivato da Pixar e usato prevalentemente nella produzione dei suoi film... almeno finché il suo potenziale non è stato colto da nVidia su cui ha costruito la sua tecnologia Omniverse.

Basti dire che, nel mondo dell'architettura, questo sistema è stato adottato da Foster + Partners, giusto per levare ogni dubbio sul suo efficace utilizzo nel mondo della progettazione.

Questo è lo stato dell'arte, ma possiamo fare un passo in avanti per questa tecnologia. Il formato USD è applicabile a qualsiasi contenuto 3D, è leggero e performante e non porta con sé i dati specifici di modello informativo BIM, che alla lunga diventano anche pesanti da gestire dal punto di vista hardware. Ai dati può pensare il formato di file IFC, adottando tecniche per la loro modellazione e serializzazione.

 

Verso il BIM 2.0

Tutto questo discorso, che passa necessariamente attraverso l'interoperabilità e formati di file aperti, va ad agganciarsi al tema del BIM 2.0 e della progettazione attraverso browser. In questo contesto, possiamo immaginare che il database del modello BIM possa essere sganciato dal software di BIM authoring, rimanendo residente su un server, mentre la grafica del modello stesso possa passare tramite USD in streaming e in background all'applicazione web o in un'app mobile. E chi lo sa, magari anche a un visore.

Queste sono le new entry su cui penso sia importante mantenere alta l'attenzione, perché sono in grado di cambiare il nostro settore, rendendo molto frizzante il nuovo anno. A meno di non trovarle tra i rimandati o ancora peggio tra i bocciati a fine 2024... ma questo lo vedremo solo più avanti.

 

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