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Ridurre i costi di realizzazione di un'opera con il BIM

Scritto da Hilario Bourg
il 11 novembre, 2021

Tag: Lavorare in BIM, Strutture Pubbliche, Passare al BIM

La riduzione dei costi è probabilmente l’obiettivo principale della metodologia BIM. Ogni operatore, dal committente al progettista fino all’impresa di costruzione, ha interesse che i tempi di realizzazione si riducano e che non si verifichino imprevisti, sprechi o errori.

Se prendiamo in considerazione la distribuzione del valore della commessa in tutte le sue fasi, (ideazione/progettazione, costruzione e gestione/mantenimento) notiamo che il valore della costruzione è circa 20 volte superiore a quello della progettazione. Perciò è normale che su questo si concentrino le attenzioni degli operatori.

È altresì vero che le fasi e gli operatori non agiscono come comparti distinti, ma sono tra loro interconnessi e gli obiettivi individuali sono raggiungibili nella misura in cui viene centrato l’obiettivo comune. L’efficientamento, la riduzione degli sprechi e la certezza dei dati e delle tempistiche sono tutti fattori il cui prodotto è appunto il risparmio in termini globali e di settore.

tabella Life Cycle Cost

Per approfondire la lettura dei dati nella tabella potete leggere l'articolo dedicato al BIM e Facility Management.

 

Come il BIM può ridurre i costi

Con il Government Construction Strategy 2011-2015, il documento programmatico che orienta le azioni del governo per il settore delle costruzioni, il BIM smetteva di essere soltanto un principio astratto e diventava una realtà finalizzata al raggiungimento di un obiettivo ben preciso: la riduzione del 20% dei costi di realizzazione delle opere pubbliche entro il 2016.

Era un impegno ambizioso, sia per il considerevole risparmio auspicato, sia per la strategia adottata. Non incentivi e finanziamenti né norme prescrittive, ma la formulazione di un nuovo metodo di lavoro che, partendo dall’obiettivo preposto ha via via precisato quali processi e quali strumenti fossero necessari al suo raggiungimento. Infatti, entro il 2016 il settore delle costruzioni nel Regno Unito doveva raggiungere il cosiddetto BIM Level 2, delineato nelle norme PAS 1192-2.

BIM Level 2

Il buon esito di una strategia dipende dall’acquisizione di un metodo nel suo insieme e non dall’adozione di tecniche e strumenti scoordinate dal resto.

Come diceva Le Corbusier:

Il genio è personale, deciso dal destino, ma si esprime attraverso un sistema. Non esistono opere d’arte senza un sistema.

 

Quali fattori determinano l'aumento dei costi?

Secondo Pietro Baratono, il padre del Decreto BIM (D.M. 560/2017), i difetti delle costruzioni pesano per un 12% sull’intero settore delle costruzioni nazionali. Di questi:

  • Il 25% sono imputabili a carenze progettuali;
  • Un altro 25% è dovuto a carenze di coordinamento fra gli operatori;
  • Il 50% restante a controlli in fase di esecuzione non corretti.

Le carenze progettuali

Le carenze progettuali possono essere di diversi tipi:

  • Il progetto non incontra le esigenze della committenza e/o della normativa tecnica;
  • Errori di progettazione: assenza di coerenza fra gli elaborati, mancanza di verifica degli ingombri, ecc.;
  • Carenza di informazioni: elementi non quotati e rappresentati in maniera troppo generica, il progetto non è adeguatamente supportato dalle informazioni tecniche;
  • Ritardi nella consegna degli elaborati che comportano ritardi e improvvisazioni nel cantiere.

Il BIM consente di avere una stima dei costi sin dalle prime battute del progetto.

Un importante studio presentò il progetto di un edificio a torre al proprio cliente: questi ne fu soddisfatto e diede la sua approvazione, salvo poi scoprire che le stime dei costi non erano corrette e che dovevano essere eliminati ben due piani dell’edificio. Oltre alla pessima figura, cosa sarebbe successo se questa valutazione fosse arrivata più avanti nel corso della commessa, magari a cantiere iniziato?

In una commessa BIM impostata correttamente, ciò non può accadere, perché l’informazione alla casella dei costi viene richiesta da subito aggiornata continuamente. Del resto, esistono i mezzi tecnici per innescare l’automatismo tra consistenza del progetto e la stima dei costi, connettendo il modello 3D con il modello 5D.

Potete trovare un approfondimento sul tema nell'articolo che parla di certezza del calcolo dei dati.

3D   5D

Per quanto riguarda gli errori di progettazione, il concetto di edificio virtuale ha una duplice valenza. Da un lato, tutti gli elaborati sono fra loro interconnessi, poiché nascono direttamente da un unico modello centralizzato per cui, al variare di un elemento, automaticamente vengono aggiornati senza possibilità che si verifichino errori e dimenticanze.

In un precedente articolo sulle differenze fra progettazione 3D e BIM potete leggere un approfondimento sul tema dell'edificio virtuale.

 

virtual building

 

Il secondo aspetto riguarda la possibilità di prevedere e anticipare di molto gli esiti della progettazione rispetto al normale, perché è più facile (e molto meno costoso) correggere i bit con il mouse anziché demolire il cemento con il martello pneumatico.

È il principio della ormai celebre curva di McLeamy che mette in relazione la capacità di influire sui costi e i costi delle modifiche progettuali (curve 1 e 2 nell'immagine).

 

Curva di McLeamy

Nonostante la potenza degli strumenti software, l’errore può sempre palesarsi ed è per questo che nel processo BIM le verifiche sono previste prima di ogni consegna. Queste sono di due tipi:

  • Model checking, atto a individuare i problemi di impostazione del modello;
  • Code Checking, che permette di valutare la correttezza del progetto rispetto ai requisiti normativi.

 

Da un punto di vista formale, secondo la UNI 11337-5, il coordinamento può essere di tre tipi:

  • Coordinamento di primo livello (LC1), interno al modello stesso;
  • Coordinamento di secondo livello (LC2), fra i diversi modelli disciplinari che formano il modello confederato;
  • Coordinamento di terzo livello (LC3), fra il modello e gli elaborati da esso ricavati.

Il Coordinamento di secondo livello LC2 ricade nella tematica del coordinamento fra i diversi operatori di cui parleremo in seguito.

Il concetto di LOD/LOIN consente la verifica delle informazioni presenti nel modello in ogni fase del suo sviluppo coerentemente con le esigenze espresse dalla committenza. La compilazione dei dati all’interno del modello tramite la codifica dei LOIN è tale da consentire la loro interpretazione, oltre che dall’operatore, anche dalla stessa macchina per poter così automatizzare la verifica e validazione dei modelli.

Rispetto ai tradizionali metodi di disegno 2D, la modellazione parametrica rende molto più veloce la produzione degli elaborati, grafici e non. Il rispetto dei tempi di consegna è inoltre facilitato dall’impiego di funzionalità specifiche che permettono di gestire l’emissione degli elaborati. Pensiamo solo all’utilizzo del Publisher in Archicad, che una volta impostato consente la stampa o la conversione file di decine e decine di tavole, modelli ed elaborati con un solo clic, tenendo inoltre traccia delle revisioni, delle modifiche e delle relative date.

In una commessa articolata, alla quale partecipano più studi, l’impostazione del publisher di progetto deve essere coordinato con il Piano di Consegna degli elaborati. Si tratta di una sorta di grande elenco tavole che riguarda tutti gli studi, in cui vengono specificate le date di consegna concordando la numerazione delle tavole, il loro contenuto, le scadenze, ecc.

Publisher

 

Le carenze di coordinamento

Le carenze di coordinamento sono dovute a una non adeguata comunicazione fra le parti. Questa può verificarsi tanto in fase progettuale, fra le diverse aree tecniche, architettonica, strutturale e impiantistica, che nella fase costruttiva, dove i tempi di esecuzione delle opere e dei movimenti in cantiere non sono stati opportunamente programmati.

Lo strumento che forse più di ogni altro è in grado di imprimere dei cambiamenti positivi è l'analisi delle interferenze (Clash Detection) che valuta se due o più elementi occupano o meno lo stesso spazio. A loro volta queste si suddividono in:

  • Hard clash, se la compenetrazione riguarda fisicamente due o più oggetti, come ad esempio una trave e un tratto impiantistico;
  • Soft clash, nel caso in cui venga valutata la sovrapposizione fra un elemento e l’ingombro o lo spazio di tolleranza di un altro elemento come, ad esempio, una lampada e il movimento di apertura di una porta.

 

Esiste infine un ulteriore tipo di analisi che riguarda le interferenze di tipo temporaneo fra elementi che possono confliggere soltanto in un determinato lasso di tempo. È il caso della movimentazione mezzi, opere e terreni in un cantiere. Queste prendono il nome di Interferenze di flusso o Workflow clash o ancora Clash 4D e valutano, ad esempio, se la posa di un pannello di facciata sia possibile in presenza dei ponteggi.

Per ognuna delle problematiche individuate, l’uso del formato BCF (BIM Collaboration Format) ne consente una rapida e sicura comunicazione all’interno di piattaforme condivise, spesso accessibili direttamente da una pagina web e quindi consultabili anche da chi non utilizza software BIM. Si stima che la durata delle riunioni di cantiere, grazie all’utilizzo di questi strumenti, passi in media da 2 ore a 40 minuti.

BCF Management

 

Gli errori di esecuzione

Gli errori di esecuzione sono dovuti a incuria e impreparazione delle manovalanze, come alla mancanza di mezzi e strumenti adeguati. La mancanza di una seria programmazione delle opere genera un aumento del rischio di errori e di incidenti: oltre ai costi economici bisogna infatti valutare anche altri costi in termini di sicurezza e salute dei lavoratori, i quali a loro volta hanno ricadute non indifferenti sulla finanza di progetto.

Ma come abbiamo ripetuto più volte nel corso di questo stesso articolo, il BIM è un metodo complessivo, in cui i vantaggi dell’uno hanno ricadute positive per tutti.

 

 

 


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