Nel precedente articolo (Storia di un Architetto che scopre il BIM) abbiamo visto i motivi per abbandonare il CAD in favore della progettazione BIM, anche solo considerando i vantaggi dell’utilizzo del modello 3D. Nei prossimi tre articoli vedremo i vantaggi che derivano nell’utilizzo della metodologia BIM e delle informazioni legate al modello 3D, toccando le nuove tecniche di progettazione e guardando verso un futuro che sta diventando sempre più prossimo.
Tratteremo alcuni aspetti in modo teorico perché non li ho toccati con mano, mentre altri aspetti della filosofia BIM saranno calati nel contesto della pratica professionale: vedremo insieme luci e ombre generate dallo scontro fra teoria e realtà.
Serve conoscere e applicare tutta la filosofia BIM per coglierne i vantaggi? Credo proprio di no. Il mio passaggio dal modello tridimensionale alla filosofia BIM è stato naturale e graduale, senza rincorrere un’implementazione completa da subito. La materia è davvero corposa, tra prassi e normativa tecnica, e ho preferito adottare un approccio soft aggiungendo, progetto dopo progetto, un piccolo pezzo al grande puzzle del BIM. In questo modo mi sono lasciato il tempo di provare, sbagliare e capire.
La teoria è importante: i corsi presenti nell'Academy sono fondamentali e le nozioni sono tante. Ho scelto di seguire quelli che mi erano utili al momento, mettendoli direttamente in pratica sul progetto. Avessi fatto altrimenti, avrei rischiato di sapere perfettamente com'era il pezzo del puzzle che avevo in mano, ma di non sapere come utilizzarlo nella professione e coglierne i vantaggi. Avevo usato questa strategia anche con il CAD, anni fa.
Quindi no, non applico tutta la filosofia BIM nella professione e sono in questo momento in cammino lungo questo percorso: a volte mi fermo a contemplare il paesaggio, a volte supero il piccolo monte davanti a me per vedere paesaggi nuovi. Finora il BIM mi ha aiutato nella progettazione e non ho alcuna intenzione di fermarmi: so che a volte dovrò prendere delle storte e imparare a riconoscere le buche lungo il percorso e, nonostante lo abbia già fatto in precedenza, scegliere la strada giusta, magari più lunga, ma più efficace.
Partiamo dal semplice muro BIM, che è molto ricco di dati: stratigrafia, trasmittanza termica, vita, morte, miracoli e tutto ciò che può esser utile, come ad esempio il costo.
Penso che questo sia uno degli aspetti che, seppur affascinante, tenga lontano i progettisti dalla filosofia BIM. Capita spesso che del muro che voglio tracciare non si conoscano tutte le caratteristiche fisiche, situazione tipica nelle fasi iniziali di progettazione o in una ristrutturazione. È un discorso che si può estendere a tutti gli altri innumerevoli elementi di un edificio. Come faccio quindi a fare un modello che richiede tutta questa mole di informazioni quando non le conosco?
Per fortuna, per iniziare a sfruttare le capacità di Archicad, non c’è bisogno di sapere tutto di ogni elemento. Per tornare all’esempio del muro, basta usare lo strumento muro con caratteristica generico per il tracciamento, usando le informazioni base proprio come nel CAD: impostato lo spessore, si può tracciarne la lunghezza. Essendo però un muro parametrico e con capacità di informatizzazione, si può modificare in un secondo tempo la composizione della sua stratigrafia e “popolare” i suoi dati quando questi saranno noti.
Se vogliamo vedere il BIM sotto un altro punto di vista, strettamente informatico, si tratta di un modello con un database di informazioni. Per ottenere delle risposte, basta interrogarlo e le possibilità sono infinite: per capire le potenzialità, le capacità e come porre le giuste domande potete vedere questo breve video.
In Archicad lo strumento principe per interrogare il modello sono gli abachi. Sono molto potenti, ma all'inizio lasciano un po' disorientati: le quantità che vengono estratte sono giuste? Come vengono calcolate? Cosa viene calcolato di preciso?
Le quantità le ho sempre ottenute a mano con procedure che nel mio cervello sono chiare, ma come ragiona il BIM? La risposta a questa domanda, se si vuol saltare la teoria e passare subito alla pratica, è quella di fare delle prove con modelli molto semplici per prendere confidenza con lo strumento, oppure lanciarsi nella modellazione del progetto e verificare successivamente se l'abaco ha restituito la quantità giusta. Secondo voi, cosa ho fatto? Esatto, la seconda!
Prima richiesta: metri quadri delle aperture. Questa è facile. C'è un abaco di default da utilizzare, solo da impaginare e adattare alle proprie esigenze. La verifica è semplice.
La seconda richiesta, per fortuna, non riguardava la quantità di chilogrammi di ferro all'interno della struttura portante (si potrà fare?) ma solo di sapere i metri quadrati dei diversi tipi di finitura delle murature esterne. L'abaco ha dato un risultato, ma ho preferito controllarlo. Con un po' di esperienza e di un foglio di calcolo (nel mio caso Numbers), misurando i prospetti ho ricavato le quantità.
I risultati erano diversi. In questo caso, l'abaco aveva ragione. Chi aveva sbagliato era il sottoscritto che non aveva posto la domanda corretta: il risultato era la somma delle finiture esterne di tutte le superfici, mentre a me servivano solo quelle a vista, escludendo le parti interrate.
Sbagliando si impara! La prossima volta so come impostare il modello per avere le risposte che cerco o fare le domande poste meglio!
L’edificio ha un costo. Avere la possibilità di ottenere un veloce calcolo delle quantità a cui si può applicare il prezzo unitario è un vantaggio indiscusso della metodologia BIM. Per ottenere una corretta quantificazione di ogni oggetto presente all’interno del modello ci vuole un minimo di lavoro ed esperienza.
A prima vista può risultare poco vantaggioso l’utilizzo degli strumenti di BIM authoring per questo tipo di attività nelle fasi iniziali. Prendere il righello, rilevare le quantità dal progetto e inserire in un software per computo metrico sembra più veloce di interrogare con le giuste domande il modello BIM e verificare che queste domande diano il risultato che ci si aspetta. Non ve lo so dire con certezza, dipende molto da capacità ed esperienza del computista e dalla complessità del progetto.
Ma è sicuro che dal progetto preliminare al progetto esecutivo di acqua sotto i ponti ne passa e questa acqua non è altro che la quantità di modifiche progettuali, affinamenti, scelta dei materiali, contenimento dei costi, ottimizzazione degli impianti e chi più ne ha, ne metta. Per rendersene conto basta dare un’occhiata ai nostri progetti, di qualunque natura essi siano, confrontando il disegno iniziale e il progetto esecutivo.
Se iniziate a pensare che le quantità ottenute con le interrogazioni fatte al modello BIM vengono aggiornate automaticamente a ogni piccola modifica, sono lampanti i vantaggi e le economie di scala che si ottengono. Dall’idea alla realizzazione, il BIM permette di ottenere velocemente l’analisi delle quantità in gioco e conseguentemente il costo in qualsiasi momento e in ogni fase progettuale.
Tornando alla vita da professionista, avete avuto modo di scontrarvi con la crisi delle materie prime? Sembrava che il risultato di questa crisi coinvolgesse solo il mercato dei chip e della produzione delle automobili, ma ci è voluto solo qualche mese per vederla piombare nel mondo delle costruzioni e quindi sulle spalle dei progettisti. In pieno periodo di Bonus110% e Bonus facciate l'aumento dei costi sta costringendo a rivedere i progetti esecutivi a cantiere aperto perché non ci sono i materiali.
Così, ad esempio, ci si può trovare a dover modificare l'intero progetto esecutivo di un edificio a 5 piani, (piante, sezione, prospetti e i relativi dettagli costruttivi) perché l'isolante previsto non è più disponibile dal fornitore e ora, oltre ad aver cambiato nome e caratteristiche, è più spesso di un centimetro. Situazione che può essere gestita abbastanza agevolmente in Archicad perché basta sostituire la stratigrafia, controllare che non ci siano problemi nei dettagli e valutare l'aumento del costo indotto dalla sostituzione del materiale. Meno agevole quando il progetto è fatto al CAD e, visto che me ne sto occupando, rende le mie giornate meno semplici, costringendomi a rivedere tutto con il proverbiale giro delle chiese che il CAD richiede...
Situazioni come queste, di progetti sviluppati al CAD ma non ancora in BIM, fanno capire molte cose. Con i costi dei materiali da costruzione alle stelle essere efficienti con i materiali è più importante che mai, così come la capacità di tenere traccia dei costi, confrontare le alternative e organizzare il lavoro in modo efficiente.
Per una visione d'insieme, ecco i link a tutti gli articoli della serie In cammino con il BIM:
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