Il blog BIM di Archicad

BIM è sempre meglio: come migliorare la vita in cantiere con il BIM

Scritto da Roberto Marin | Oct 25, 2022 8:00:00 AM

Il cantiere è un mondo complesso e ci sono migliaia di elementi di cui tenere conto. Ogni azione va fatta con estrema precisione e nel rispetto dei tempi e delle risorse. Ecco una storia vera su come BIM può aiutare in tutto ciò e non solo. 

 

Il ruolo del Site Manager in cantiere

Inizio settembre, si preannuncia una mattinata tranquilla: le scuole sono chiuse, il traffico è scorrevole e arrivo in cantiere in discreto anticipo. Posso anche permettermi un buon caffè prima dell'appuntamento. Inoltre, non ci sono i temuti Umarell che girano intorno al cantiere come aquile, forse perché occupati a seguire le attività ben più interessanti dei nipotini in vacanza. Anche il sole, non ancora al culmine, non ha fatto salire le temperature, consentendo di respirare aria fresca e di apprezzare la città in lento risveglio.

È un inaspettato momento idilliaco, che mi regala un insolito ottimismo prima di varcare l'ingresso del cantiere, ignaro di essere in procinto di attraversare le soglie di uno Stargate invisibile.

Il mio ruolo in questo cantiere è quello che si cela dietro all'appellativo anglosassone Site Manager - che aiuta a darsi un tono, prima di tutto. Possiamo definire questo lavoro come "controllore dei controllori".

Il site manager è una figura tecnica esterna all'impresa e all'entourage di progettazione e direzione lavori che controlla tutte queste figure, rendendo conto dell'andamento dei lavori direttamente all'Ente promotore. Come si dice: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!

Questa figura tecnica è un po' scomoda per chi è in cantiere, mentre è divertente per la persona che se ne occupa perché ha molte meno incombenze e responsabilità delle figure che controlla. Lavoro interessante, ma per questo non bisogna dormire sugli allori. Le visite in cantiere non sono né più né meno di qualcosa che potrebbe fare un drone o il cane robotico Spot di Boston Dynamics, almeno nella parte del rilievo fotografico dello stato di avanzamento dei lavori.

La parte insostituibile della persona è stabilire la percentuale dell'avanzamento dei lavori eseguiti e assistere alla costruzione delle più fantasiose scuse quando si rileva che i lavori sono in ritardo rispetto al cronoprogramma, non prima di vedere il teatrino delle facce sorprese del progettista, dell'Impresa e della direzione lavori. Chiaramente, le percentuali dello stato di avanzamento lavori vanno poi verificate una volta tornati in ufficio - e puntualmente "qui casca l'asino". Anzi, ne inciampano addirittura tre:

 

1. Murature

Una delle voci che racchiudono le lavorazioni indicate nel computo metrico e che concorrono alla definizione dello stato di avanzamento lavori sono le Murature: in questo caso, la voce comprende la realizzazione delle murature perimetrali, delle murature di divisione tra gli alloggi adiacenti e delle murature interne che vanno a delimitare gli ambienti di ogni alloggio.

A causa della mia deformazione tecnologica non ho badato più di tanto al modo in cui avrei dovuto valutare le percentuali di ogni voce che concorrono allo stato di avanzamento lavori, perché ho dato per scontato che un edificio progettato nel 2022 non possa che essere progettato con la filosofia BIM. Illuso.

È la prima cosa che ho pensato quando mi sono visto recapitare i file PDF del progetto comunale al posto di un file IFC. L'ho presa per una svista, o forse non mi ero spiegato bene quando ho chiesto di mandarmi la documentazione di progetto. Non rimaneva che chiamare il progettista e chiedere se mi poteva inviare il file IFC dell'edificio, in modo da rendermi più facile il lavoro.

Mi è stato risposto che il progetto era stato fatto in CAD. Ho sorvolato sulla rassicurazione che la persona al telefono si era premurato di comunicarmi in modo perentorio: "Le invio il file dwg in giornata!"

Ho sentito un attimo di gelo dall'altra parte della cornetta quando ho declinato elegantemente l'offerta, perché durante la telefonata ero riuscito a convertire le tavole fornitemi in PDF direttamente in DWG vettoriale, il tutto alla faccia dell'ancora esistente muro dell'interoperabilità!

Chiusa la chiamata, si trattava solo di andare a identificare i muri eseguiti, ripassandoli con una polilinea al CAD, utilizzando lo stesso escamotage per le murature non eseguite, avendo però l'accortezza di usare un colore diverso.

Dopodiché, preso un foglio di calcolo, mi sono segnato la lunghezza di tutte le polilinee, delle murature eseguite e di quelle non eseguite, suddivise per i cinque piani; ha concluso il procedimento la sommatoria delle due categorie e l'impostazione della formula nella cella per ottenerne la percentuale di murature eseguite rispetto al totale.

Insomma, il procedimento perfetto - se lavorassi nei primi anni 2000. Perché devo ripassare a mano i muri già progettati all'interno di un dwg per ottenerne le quantità? Dovrò sicuramente espiare qualche grande peccato compiuto nella vita precedente.

Con Archicad mi sarei risparmiato un bel po' di tempo, come avrete capito facilmente dalla procedura descritta. Infatti, è abbastanza intuitiva l'operazione di creare un layer per i muri perimetrali e uno per i muri interni prima di iniziare il tracciamento dei muri con Archicad. Questa operazione è superflua partendo dal vostro template, poiché sarà già presente una lista dei layer che usate di più, magari con un nome codificato in maniera intelligente e ordinata.

Considerato che l'edificio è di 5 piani fuori terra, potete immaginare come semplicemente interrogando l'abaco delle murature di Archicad potevo ottenere in un clic la sommatoria delle murature, con suddivisone della tipologia e del piano. Inoltre, in questo caso non avrei nemmeno dovuto identificare diversamente le murature di divisone degli alloggi, perché sono facilmente identificabili essendo diverse sia dalle murature perimetrali che dalle murature interne.

Per ottenere i numeri che mi servivano avrei solo dovuto selezionare i muri eseguiti in cantiere e fare in modo che potessero essere facilmente identificabili in qualsiasi modo mi venisse in mente, come ad esempio sfruttando gli stati della ristrutturazione, oppure inserendo un ID univoco del tipo "Quanto tempo in meno ci metto?" per trovarmi la quantità nell'abaco. Massimo risultato, minimo sforzo, almeno nel moderno processo di progettazione architettonica.

A questo punto, potrei tranquillamente concludere il racconto e chiudere l'articolo, se non fosse che la visita in cantiere ha regalato almeno un altro paio di motivi per farmi gridare "Il BIM è sempre meglio!".

 

2. Impianti

Gli impianti, croce e delizia tecnica dei moderni edifici, sono importanti tanto quanto le strutture portanti. Tra fonti rinnovabili, domotica, sistemi di controllo remoto e sensoristica, il loro ingombro all'interno degli edifici non si può trascurare: richiedono di riservare loro dei veri e propri vani tecnici in cui far passare le dorsali e di trovare il modo di ottimizzarne il passaggio all'interno delle abitazioni in modo da essere il più discreto possibile, avendo un occhio attento alla corretta posa per evitare ponti acustici.

Lo so che state pensando all'annoso problema italiano dello scollamento tra modello BIM e il progetto dell'impiantista su carta e disegnato a mano. Lo so, perché per ora è ancora normale ottenere questa tipologia di progetti, soprattutto quando si tratta di piccole realtà di singoli professionisti o piccoli studi che lavorano con artigiani, mentre in studi più grandi e strutturate la progettazione MEP è quasi uno standard, (ma sappiamo che l'Italia è cosparsa di piccoli e medi studi). Tra gli altri argomenti, di questa situazione abbiamo parlato con Michele Bondanelli dello studio MBAA nella puntata del podcast Archicad Talks dedicata all'HBIM.

Glissando un momento sulla questione dello scollamento, nel moderno processo di progettazione gli impianti non possono essere sottovalutati e lasciare che vengano definiti meglio in cantiere: conviene piuttosto armarsi di santa pazienza, appoggiare il cappellino del BIM Specialist sulla scrivania e indossare quello del MEP Modeler per ottenere un controllo all'altezza della situazione.

Tempo perso? Non proprio, anzi: soldi risparmiati. Magari non direttamente, ma di sicuro in cantiere si sente la differenza e soprattutto si nota sia dal punto di vista economico che del rispetto dei tempi previsti in cronoprogramma. Cosa potrebbe accadere altrimenti? Che il Site Manager faccia la sua visita in cantiere e veda l'esecuzione di tracce sui muri appena costruiti, sollevando il sopracciglio a mo' di biasimo: consegnata su un piatto d'argento la prova che la progettazione architettonica e impiantistica non sono andate di pari passo.

Le conseguenze sono una richiesta di rivisitazione degli impianti progettati e di lavorazioni non previste da eseguire in cantiere e costose, tutte cose che faranno sicuramente felice il promotore finanziario. Queste lavorazioni pesano all'interno dell'economia di cantiere, soprattutto dal punto di vista dei tempi di lavorazione, senza considerare che potrebbero inficiare le prestazioni termiche e acustiche perché improvvisate in fretta, al posto di esser attentamente studiate e progettate.

Non mi rimane che concludere la visita in cantiere documentando lo stato di avanzamento lavori e avviarmi verso il piano terra.

 

3. Tracciamento muri

Sceso dai cinque piani di edificio, sono passato a salutare la direzione lavori e il progettista prima di lasciare il cantiere; dopo i convenevoli e le già citate fantasiose scuse relative all'evidenza del ritardo del cantiere, sono stato partecipe del problema del giorno.

Il problema era in capo al progettista, a seguito di una semplice richiesta dell'Impresa esecutrice: per non sbagliare, le quote architettoniche di progetto sarebbero state più gradite al rustico del muro e non all'intonaco finito. Richiesta lecita da parte dell'Impresa, raccolta dal tecnico dello studio che si occupa della progettazione con la proverbiale goccia di sudore freddo sulle tempie, perché avrebbe richiesto un enorme e noioso lavoro di modifica delle tavole esecutive.

Non essendo proprio di primo pelo, avevo intuito da dove arrivasse la preoccupazione del tecnico che avevo di fronte: ho voluto sondare la questione per esserne sicuro.

"Mi scusi, ora tolgo il cappello del Site manager e indosso il cappello del tecnico: questo progetto esecutivo è stato realizzato al CAD?"

Come volevasi dimostrare la risposta è stata positiva: conseguentemente si trattava di andare a modificare ogni muratura dei quattro piani abitabili, togliendo la riga esterna del muro che identifica l'intonaco e spostando i punti di quotatura sulle linee che indicano il filo grezzo delle muratura.

"Mi scusi di nuovo, ma come mai non siete passati al BIM?"

Il titolare aveva già affrontato il passaggio dal disegno a mano al CAD e affrontare un nuovo cambiamento non era nelle sue corde. Corde che hanno iniziato a vibrare quando gli ho spiegato che avevo affrontato anche io il suo stesso passaggio, ed è proprio per questo che mi viene l'orticaria quando vedo un qualsiasi file CAD, perché so già che mi fanno solo perdere tempo, proprio come in questo caso, che in Archicad si sarebbe risolto entro la giornata.

Aperto il progetto con Archicad, vado al mio abaco delle murature e alla colonna "Tipo muro" posso sostituire la tipologia del muro con intonaco con una copia della stessa muratura senza intonaco che mi sono preparato prima, sia per le murature perimetrali, sia per quelle di divisione, sia per le tramezzature. Fatto questo passaggio, una volta tornato al modello, mi sono trovato le quote modificate: il resto del tempo l'ho passato a controllare che tutto avesse funzionato per il meglio.

Sento già la voce del buon Mario Napolitano che mi sussurra:

"Se quoti al finito, poi metti la visualizzazione parziale della struttura senza finiture e quoti al grezzo in un altro lucido!"

Il bello di Archicad è quello di poter trovare la propria strada, la più adatta al proprio modo di lavorare, lavorando in ogni caso con un'operazione decisamente più semplice. Come la soluzione di tracciare le mezzerie delle murature interne piuttosto che togliere l'intonaco nel file CAD (ma questa è un'altra storia)

 

BIM è sempre meglio

Andando verso l'accesso del cantiere - il portale che mi avrebbe riportato nel 2022 - il pensiero è corso veloce al motivo per cui il BIM è sempre meglio. Questo mi lascia dell'amaro in bocca perché il BIM permette di migliorare ogni processo che riguarda la costruzione di un edificio e dai più non viene ancora usato perché, alla fine, si è sempre fatto così.

Il tempo di un'ora e mezza in cantiere ha fornito molti spunti di riflessione sui quali non si può chiudere un occhio: il mondo corre veloce, le risposte al mercato devono esserlo altrettanto e non si può rimanere indietro, pena perdite a cascata, sia dal punto di vista economico che da quello logistico.

Facendo riferimento alla classica curva di McLeamy, è vero che il BIM ha una curva operativa più ripida all'inizio rispetto al CAD, ma se la guardate bene scoprirete che questa curva rende solo evidente che la progettazione torna nello studio e non demanda i problemi in cantiere: lo studio, il nostro lavoro di progettisti, torna centrale nel processo di costruzione. I problemi vengono gestiti prima della realizzazione, senza bisogno di demandare la prototipazione a un oggetto reale in scala 1:1, mantenendo centralizzata la conoscenza del manufatto in un modello tridimensionale informatizzato che diventa il prototipo virtuale di ciò che verrà costruito.

In studio c'è più tempo per risolvere i problemi, consentendo un'analisi più approfondita da parte di tutte le figure tecniche coinvolte e consentendo alle persone che lavorano in cantiere di fare ciò che sanno fare meglio e per cui sono pagati: rendere reale il nostro progetto virtuale.

 

 

Vuoi implementare un flusso di lavoro in BIM?

Comincia dai nostri ebook gratuiti: sono un'infarinatura del perché e di come il BIM migliora il tuo business e ti rende competitivo sul mercato, che tu sia un singolo professionista o un'azienda strutturata.