Tag: Lavorare in BIM, Documentazione
Nel precedente articolo abbiamo introdotto alcuni semplici processi di automazione all’interno di Archicad andando a scardinare quella convinzione comune che per automatizzare delle procedure standard servano competenze di un certo livello. In particolare, abbiamo visto come:
- Automatizzare la creazione di Viste di progetto per tutte le tipologie di elaborati;
- Semi-automatizzare l’impaginazione dei Layout;
- Impostare automaticamente Set di Pubblicazione per diverse fasi progettuali.
Un bel po’ di cose per essere a un livello, se vogliamo così definirlo, di base.
In questa seconda parte,, cerchiamo di alzare l’asticella ovviamente restando sempre in tema documentazione. Ma prima capiamo perché ho fatto questa scelta.
Documentazione e business value
Per quanto si voglia spingere l’implementazione BIM all’interno dell’azienda la documentazione rappresenta uno dei primi obiettivi indispensabili e necessari da dover raggiungere. Questo è sempre vero, che si vogliano sviluppare o meno dei modelli informativi interoperabili tramite il formato aperto IFC propri della metodologia (Open)BIM. Perché non è sempre detto che ci sia il bisogno di lavorare immediatamente con questa tipologia di risultato finale, basta un passo alla volta.
Nonostante la documentazione classica vada sempre più a digitalizzarsi, le classiche planimetrie, sezioni, alzati e via dicendo sono il primo metro di giudizio per comprendere il business value della metodologia BIM rispetto a un sistema CAD. In questo caso sarebbe riduttivo parlare semplicemente di documentazione; piuttosto si dovrebbe porre l’accento sul flusso di lavoro necessario per produrre i medesimi documenti tra due approcci agli antipodi. Da un lato un’interpretazione umana, dall’altro un’interpretazione digitale.
Differenze fra metodi di rappresentazioni geometriche (manuale, CAD e BIM). Fonte: Francesco Fiorentino, Mario Napolitano, Ibridazione tra Building Information Modeling e Visual Programming Language. Riprogettazione del caso studio «The Hide» e sviluppo parametrico di un software per il calcolo dell’Embodied Energy. Rel. Massimiliano Lo Turco, Roberto Giordano. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2018
Da un punto di vista psicologico tutto ciò è anche comprensibile. La scienza, infatti, ha appurato che la paura dell’ignoto è una delle paure primarie e spesso l’incertezza degli eventi futuri (per farla semplice: il nostro amato modello informativo BIM e come dovremmo svilupparlo) non può essere superata se non ritornando prima alla propria zona di comfort - ma, in questo caso, in modo completamente diverso.
Ecco quindi che la nostra documentazione torna in prima posizione, rappresentando quel traguardo che ci consente di guardare indietro con una consapevolezza diversa del nostro modo di lavorare e può dar modo di pianificare una visione futura della nostra attività progettuale. Curiosità verso nuovi strumenti, nuove funzionalità, nuovi modalità di collaborazione; insomma ci da un primo assaggio dell’evoluzione della nostra professione.
Attenzione ai dati
“Hai controllato che tutti i dati siano stati scritti correttamente in ogni singola tavola? Mi raccomando, io mi fido eh!” Questa penso sia la domanda che per eccellenza molti professionisti si sono sentiti rivolgere durante le fasi di consegna di un progetto. Grossi guai in vista se non perdiamo almeno mezza giornata a ricontrollare tutti i documenti prodotti.
I dati progettuali sono sicuramente una delle parti più importanti da verificare per quanto riguarda la documentazione. Come sappiamo, devono essere inseriti nei vari cartigli di uno studio, e visto che il cartiglio rappresenta una sorta di carta d’identità del lavoro svolto è doveroso che venga presentato in maniera appropriata. In fondo, non c’è una seconda occasione per fare una buona impressione.
Allora come fare in modo che i dati progettuali vengano automatizzati durante la creazione dei Layout? Archicad ci mette a disposizione due funzionalità, più una terza facoltativa per chi volesse preoccuparsi ancora meno del controllo dei cartigli. I primi due li possiamo identificare come i Layout Master e le Info Progetto, mentre la terza con i nostri Fogli di Lavoro bidimensionali.
Ora, ti chiederai com'è possibile utilizzare i Fogli di Lavoro per automatizzare un processo documentale? Andiamo con ordine e vediamo come correlare i primi due strumenti.
Molti dati automatici…
Prima di tutto capiamo cosa sono il Layout Master e le Info Progetto. Il primo rappresenta una sorta di template che definisce le dimensioni dei Layout, ovvero le pagine del Book di Layout e, ovviamente, a ciascun Layout è assegnato un apposito Master Layout, in modo da poter cambiare agevolmente i diversi formati.
In questo modo tutte le informazioni grafiche e non posizionate nel Layout Master appariranno su ogni Layout, usandolo per l’appunto come un template.
Pannello di impostazione delle Info Progetto con relativi parametri.
Parallelamente, il comando Info Progetto consente, tramite una finestra di dialogo, di immettere informazioni, o per meglio dire meta dati, direttamente nel progetto in corso. Dati che, oltre a essere ripresi nei Layout Master, possono essere mappati secondo le classi IFC per poter dar significato al progetto stesso; ma questa è un’altra storia.
La peculiarità delle Info Progetto è che qualsiasi elemento, o per meglio dire parametro, di default o custom, può essere utilizzato come voce da richiamare nello strumento Testo nella sua modalità Testo automatico.
Inserimento di un Testo automatico per inserire parametri delle Info Progetto nei cartigli.
Viene così naturale combinare i due strumenti Layout Master e Info Progetto, tramite i Testi automatici, per sviluppare dei cartigli dinamici, intelligenti e uniformi per tutti i Layout che si andranno a comporre.
In questo modo basterà semplicemente controllare che le singole voci siano compilate correttamente all’interno delle Info Progetto piuttosto che in ogni singola tavola. Ovviamente questo a fronte di una corretta impostazione nel template di studio dei Testi automatici nei Master Layout e di un controllo del corretto formato di questi ultimi nella definizione dei Layout. Ma di questo ci occuperemo nell’ultima parte dell’articolo.
…e pochi cartigli
Entriamo subito in un altro automatismo. Ricordate i Fogli di Lavoro che ho accennato poco fa? Ecco, sappiamo che un cartiglio viene, di solito, sviluppato su un formato A4. In questo modo una tavola di dimensioni maggiori (ad esempio A0, A1 o A2), una volta stampata e piegata, presenterà come frontespizio il nostro cartiglio di studio con tutte le informazioni necessarie per una rapida lettura e una facile catalogazione.
Questo, però, non vuol dire che vi sia la necessità di copiare enne volte gli elementi (come testi, linee o immagini) presenti su un Layout Master per tutti quelli che dovranno essere sviluppati, sia che il formato risulti orizzontale piuttosto che verticale o che vi siano dei formati standard sovradimensionati per particolari necessità (un A0 più largo o più alto e via dicendo). Piuttosto, bisognerebbe raggruppare e sviluppare solamente i formati dei cartigli; nel caso specifico descritto l’A4 standard per intenderci, in modo che questi possano essere ripresi come Viste all’interno dei Layout Master.
Se ad esempio, vi sono tre cartigli da dover sviluppare, questo può esser fatto in altrettanti Foglio di Lavoro (o addirittura uno sfruttando la memorizzazione dello zoom nei settaggi della Vista) per poi essere salvati nella Mappa Viste e posizionati all’interno dei Layout Master.
Sembra abbastanza comodo ridurre anche il numero delle tipologie di cartiglio da dover controllare.
A sinistra elementi bidimensionali (testi automatici, linee, immagini, ecc) inseriti in un Foglio di Lavoro. A destra lo stesso Foglio di Lavoro salvato come Vista ed inserito all’interno di molteplici LayoutMaster.
Liste disegni molto BIM
Abbiamo visto come controllare la veridicità delle informazioni di progetto da inserire nei cartigli e abbiamo definito un procedimento per ridurre le tipologie di cartiglio da dover controllare. Ma se volessimo verificare in tempi rapidi e automatici il formato dei vari Layout Master assegnati ai Layout e la nomenclatura di questi ultimi per particolari disposizioni di commessa?
Ecco che viene in nostro aiuto il Task Information Delivery Plan, meglio conosciuto come TIDP. Negli studi dove ho lavorato il documento che richiamava tutti gli elaborati prodotti veniva nominato Drawing List o Information Release Schedule, una sorta di tabella con alcuni dati dove vengono schedati i vari elaborati di consegna. Il Task Information Delivery Plan non si discosta molto da questa concezione, pur ponendo l’accento su alcuni aspetti che non sempre erano ripresi in questi due ultimi documenti. In particolare un TIDP può esser definito tale se in esso vengono anche documentati il team di lavoro, le responsabilità individuali, le milestone e la relativa fase progettuale per ogni documento prodotto.
Inoltre, il TIDP dovrebbe riportare anche tutte le tipologie di “elaborati”, come modelli informativi o banche dati, da dover consegnare in parallelo con le tanto amate tavole in pdf e dwg.
Sviluppato da ogni team di lavoro (come lo studio di architettura, ingegneria e così via), ogni singolo TIDP viene poi raccolto in un Master Information Delivery Plan (MIDP) in modo da poter gestire la consegna delle informazioni durante tutto il ciclo vita di un edificio. Giusto per essere completi nel discorso, il TIDP e il MIDP sono stati introdotti a partire dalla PAS 1192-2 e poi ripresi nella norma internazionale ISO 19650-1 e ISO 19650-2.
Grafico esplicativo per lo sviluppo e la raccolta dei singoli TIDP per ogni team di lavoro in un unico MIDP di commessa BIM. Fonte: https://thinktankdev.org.uk/bondbryan/producing-a-task-information-delivery-plan-tidp-from-archicad-19/
Anche qui, Archicad viene in nostro aiuto riuscendo a rendere automatico il processo di documentazione degli elaborati bidimensionali prodotti tramite i Layout. Utilizzando il Book di Layout è possibile, infatti, andare a personalizzare le proprietà dei Layout. Ad esempio, potremmo definire per ognuno di questi un responsabile o, ancora, la porzione di edificio che descrivono nel loro contenuto.
Creazione di proprietà all’interno del Book di Layout (sinistra) e compilazione delle stesse all’interno del pannello di settaggi del Layout.
Task Information Delivery Plan in Archicad tramite gli Indici Progetto. Fonte: https://thinktankdev.org.uk/bondbryan/producing-a-task-information-delivery-plan-tidp-from-archicad-19/
Queste proprietà possono successivamente essere richiamate all’interno degli Indici Progetto, che, consentitemi il paragone, possono essere definiti come il corrispettivo degli Abachi per la documentazione bidimensionale. Proprio come per questi, ci basterà aprire il loro pannello delle impostazioni per poter richiamare le proprietà del Book di Layout ed ottenere un TIDP simile a quello in figura. Ah, mi sembra scontato dirlo, ma tutte le proprietà definite nel Book di Layout possono essere compilate per tutti i Layout direttamente negli Indici Progetto proprio come se fossero un foglio di calcolo Excel.
Verso l’infinito e oltre
Essendo un architetto un po’ nerd (come avrai intuito), voglio darti appuntamento alla prossima e ultima parte di questa serie di articoli sull’automazione di Archicad citando l'iconica frase di Toy Story. Conclusa la documentazione, proseguiremo sull’altra fondamentale parte di un software di BIM Authoring: la modellazione. Tenetevi pronti per Espressioni, Sovrascritture Grafiche e altro ancora!
Se ti va di scambiare due chiacchiere su questi argomenti, mi trovi come sempre sul mio profilo instagram @quellochefabim.
Per una visione d'insieme, ecco i link a tutti gli articoli sulla serie Automatizzare i processi Archicad:
- Documentazione di progetto;
- Informazioni documentali di consegna;
- Procedure di modellazione avanzata;
- Processi di controllo e verifica qualitativa.