Archicad è un software per la disciplina architettonica. Un'affermazione che ho spesso sentito dire da chi ha scelto di utilizzare altri software per avere un’offerta “interdisciplinare”.
È vero, Archicad è nato come il software degli architetti per gli architetti: uno strumento pensato per rispondere al meglio alle dinamiche di un processo coerente, alle necessità e agli obiettivi di gestione e rappresentazione di uno studio di architettura.
Eccoci di nuovo insieme in questa chiacchierata intergenerazionale (pur sempre tra giovani!) per riprendere le fila del discorso e scendere in campo con progetti concreti sviluppati negli anni con Archicad. Come anticipato nella prima parte di questo confronto ho nuovamente il piacere di chiacchierare con chi, con Archicad, ci ha sviluppato di tutto e di più: mio padre.
Sicuramente ho avuto modo di sviluppare con Archicad molte sfide affascinanti su diversi interventi e discipline, e non credo di avere ancora terminato di “sfidare Archicad” in questo fantastico mondo che avvolge il nostro mestiere. Ho sempre pensato, fin dalla prima iconcina con tre matite, che questo software fosse talmente flessibile da potersi cimentare con il di tutto e di più.
Mi chiedi quale sia il suo limite? Torno a ripetere: conoscenze consolidate e familiari del quotidiano ci distraggono dall’affrontare problematiche del contingente con un altro punto di vista, un altro approccio, un’alternativa nell’utilizzo degli innumerevoli strumenti che Archicad ci mette a disposizione e che, anche attraverso metodi non propriamente dedicati, ci permettono di esplorare e raggiungere nuovi percorsi verso l’unico obiettivo che è quello della qualità e pienezza del Costruito.
Quindi, a mio giudizio, l’unico vero ostacolo per Archicad è rappresentato dal nostro limite autocelebrativo dell’esperienza acquisita, sinteticamente: dal torpore della nostra fantasia.
Nell'articolo precedente abbiamo visto come, con gli "strumenti di ieri" ho approcciato un intervento di restauro e valorizzazione del patrimonio storico. Qui parlerò delle tipologie di progetti su cui ho iniziato a lavorare con Archicad.
Il mio punto debole riguarda sempre il fascino del Costruito, della sua conservazione e della sua rinascita, nella convinzione che da queste radici si approcci la contemporaneità del Nuovo, nella piena coscienza del Fare.
Uno tra i primi interventi gestiti con Archicad (stiamo parlando della versione 6.0 del secolo scorso… 20 versioni fa!) ha riguardato il recupero conservativo di un piccolo immobile su due livelli, incastonato in un più ampio aggregato, con due soli lati liberi rivolti verso la piazza nella frazione di Flamignano del comune di Tossicia (TE). Una tipologia edilizia molto diffusa in particolare nei piccoli centri montani o pedemontani del nostro territorio, esempi ricorrenti di architetture semplici e molto povere per materiali impiegati e tecnologie costruttive adottate.
Un’architettura che si mostra priva di elementi di pregio sotto il punto di vista artistico e storico, ma che trova dignità proprio nel costituire la trama dell’articolato e stratificato tessuto urbano, in particolare dei piccoli centri periferici.
All’epoca, la Committente (vera privilegiata - il BIMx era ancora lontano) ha potuto prendere piena consapevolezza e condividere scelte tecniche e progettuali, in tempo reale, proprio dalla possibilità data da Archicad di volarci attorno ed entrarci dentro. Al contempo anche tutte le altre parti interessate - dalla Soprintendenza all’Amministrazione comunale dal Genio Civile alle Maestranze intervenute nel processo realizzativo - hanno potuto beneficiare di un’ampia e puntuale documentazione (fuori dal consueto canone del tempo) in ogni disciplina, sia nella fase di approvazione amministrativa che nella fase architettonica, strutturale e impiantistica.
Un altro intervento ha fronteggiato un dissesto franoso in conseguenza degli eventi meteorologici di marzo 2015 che hanno colpito la Regione Abruzzo, nello specifico nei pressi della sommità di una dorsale collinare su cui sorge l'abitato di Cermignano (TE). Il dissesto aveva interessato l'assetto generale dell'intero impianto edilizio di proprietà della committenza, a partire dall'area comune articolata in giardino superiore e giardino inferiore, oltre che gli spazi e le opere accessorie del connettivo generale, strutturalmente e funzionalmente connesse al corpo principale, indenne.
Partendo dal budget massimo imposto è stato più complesso gestire le collaborazioni con gli altri colleghi piuttosto che relazionarsi con committenza e imprese: lo strutturista impegnato ad arginare la frana adottava il sistema canonico della paratia di pali legata da trave sommitale che, tra calcestruzzo e ferrei d’armatura, assorbiva per il 70% la spesa generale. Era necessario riallinearsi.
Da qui, ricentralizzando tutto il lavoro in Archicad attraverso un più articolato sistema strutturale su cui confrontarsi, è stato possibile, pur con le stesse quantità di materiale in gioco, coniugare esigenze legittime dello strutturista, ridistribuendole in maniera tale che diventassero propedeutiche al completamento di finitura dell’opera secondo le esigenze e le aspettative prioritarie di fruibilità dell’intero complesso da parte della committenza. Morale: l’intervento si è compiuto nel budget stabilito.
Allontanandoci per il momento dall'esperienza di mio padre e tornando alla scala dell’edificio - seppur non sviluppando all’interno di Archicad tutte le diverse discipline - tra le prime opportunità lavorative, oltre a quelle di BIM Specialist prima e Coordinator poi, presso lo studio Matteo Thun & Partners, ci sono stati alcuni progetti di demolizione e ricostruzione incentivati dal Superbonus 110%, sviluppati con altri professionisti, in ottica Open BIM, di cui ho parlato più nel dettaglio nel webinar Il BIM: alleato strategico anche per il Superbonus 110 - YouTube.
Attraverso l’approccio Open BIM è stato possibile strutturare un workflow dinamico e capace di verificare diversi aspetti sensibili nelle fasi di coordinamento tra discipline, oltre che di condivisione informativa basata su dei parametri e proprietà, stabiliti a monte del processo e veicolati attraverso il formato IFC.
Questo iter progettuale, oltre ad aver beneficiato sulla qualità del risultato finale, avendo permesso un alto grado di controllo del processo, è stata incredibilmente interessante per la committenza che, attraverso la navigazione del modello BIMx, è stata in grado di comprendere a pieno tutte le caratteristiche delle soluzioni proposte e di toccare con mano l’importanza della metodologia BIM.
In questo caso, quindi, Archicad è stato utilizzato non solo per la progettazione architettonica, ma anche per restituire un modello federato costituito dalle tre macro-discipline: architettura, struttura e impianti. Ognuna di queste sviluppata in software di diverse software house (Graphisoft, ACCA Software, Autodesk, ecc.) e messa a sistema attraverso gli standard di interoperabilità, con il formato IFC.
Ora a mio padre e ad alcuni progetti per i quali ha sviluppato degli elementi di libreria ad hoc per rispondere alle esigenze di rappresentazione strutturale e impiantistica. Scopriamo di seguito in che modo li ha integrati in Archicad.
Dalla curiosità per l’informatica e lo sviluppo del programmino “ormasoft”, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente, mi sono cimentato con il linguaggio di programmazione GDL, con cui ho sviluppato alcuni oggetti per altri scenari progettuali.
Prima di arrivare al GDL, tra gli usi più immediati degli oggetti in Archicad, ho costruito un set di elementi simbolici adatti a una rappresentazione specifica per gli impianti idro-termo sanitario e climatizzazione, a partire da quelli già presenti nel template di base. Per l’intervento di ristrutturazione per riduzione del rischio idrogeologico, ad esempio, ho introdotto alcuni elementi di libreria tra cui tubazioni idriche e di scarico, impianto elettrico e illuminazione che derivano da un progetto precedente sviluppato in Archicad 16, implementate di anno in anno.
Quest’ultimo rientra tra le casistiche più frequenti nell’ambito delle commesse dei nostri committenti: la ristrutturazione di un’unità immobiliare. Il BIM e Archicad tornano utili, come abbiamo già detto più volte, per governare tutte le dinamiche e i processi indotti. Lo sviluppo di un template e una o più librerie dedicate alla tipologia di commessa mi hanno consentito di guadagnare tempo da dedicare alle scelte progettuali, risparmiando ore e ore di lavoro su operazioni ripetitive.
L’aver realizzato una progettazione integrata, utilizzando gli elementi di libreria sviluppati ad hoc per fornire una soluzione completa e verificata in ogni aspetto, è un aspetto che è stato particolarmente apprezzata dalla committenza che, in questo caso, coincideva con l’impresa esecutrice (edile e idro-termo sanitario) che ne ha anche beneficiato in fase di ordini per la puntualità di informazioni contenute negli elaborati di progetto.
Arrivando, infine, alla programmazione GDL questa è tornata particolarmente utile nell’esecuzione di un’edicola funeraria nel cimitero urbano di Teramo. Le circostanze favorevoli date dalle ridotte dimensioni dell’intervento mi hanno consentito di testare e approfondire l’argomento affinando un oggetto rimasto a lungo incompleto: Armatura per struttura in c.a.
Tramite la programmazione di questo oggetto ho perseguito l’obiettivo di rappresentare, direttamente in Archicad, gli elaborati destinati all’ottenimento delle autorizzazioni sismiche, come deposito al Genio Civile. Snellire e chiarire la comunicazione con gli interlocutori attraverso l’organizzazione, in primis, di un abaco utile alla stima dei costi in fase progettuale da verificare con la committenza e all’indicazione di quantitativo di materiale da ordinare da parte dell’impresa, in fase di cantiere.
Successivamente, attraverso l’uso di una sovrascrittura grafica che attribuisce a ogni diametro un colore di appartenenza, è stato possibile rendere di maggior efficacia la comunicazione con l’impresa attraverso l’esportazione del modello BIMx in cui, oltre agli elaborati canonici, è stato possibile identificare le barre di armatura navigando e interrogando il modello informativo, suscitando curiosità e coinvolgimento da parte dell’impresa che spesso tornava a rivedere i dettagli costruttivi comodamente dal tablet.
In conclusione, torniamo alla mia esperienza. Proprio a partire dalla curiosità e dall’atteggiamento della committenza in relazione a un importante intervento di riqualificazione nel territorio abruzzese, riguardante il Lungomare Marconi, ad Alba Adriatica (TE), sono stato coinvolto per proporre un parere tecnico sui benefici che la metodologia BIM avrebbe portato al processo progettuale e ho avuto la fortuna di entrare a far parte del team di lavoro, sia come responsabile della gestione BIM dell’intera commessa che come co-progettista di alcune aree del litorale comunale.
Riqualificazione del Lungomare Marconi (TE) | Render ipotesi progetto preliminare
Attraverso la stesura di alcuni documenti propedeutici al processo, sono state prodotte una serie di considerazioni sulle modalità di scambio dei dati attraverso dei precisi criteri di sviluppo dei modelli e sulla base di obiettivi da perseguire concordati. Tra questi, nello sviluppo del modello, da CAD a BIM, è stato sviluppato uno script con Grasshopper che viene raccontato in questo webinar.
Oltre alla gestione dell’intero progetto architettonico, quindi, il modello BIM è stato utilizzato per la redazione di tutti gli elaborati (deliverables) della commessa, per il coordinamento interdisciplinare con i diversi specialisti e per l’estrapolazione delle quantità da importare in altri software, attraverso il formato IFC, come ad esempio per la stesura del computo metrico estimativo.
Abbiamo visto come in effetti, a partire da una scelta consapevole degli strumenti, sia perseguibile qualsiasi tipologia di progetto anche all’interno di Archicad, che spesso viene erroneamente associato alla sola disciplina architettonica.
Potremmo concludere questa chiacchierata con una riflessione ad ampio respiro che riepiloga i concetti che abbiamo discusso nei due articoli e su cui entrambi ci siamo trovati d’accordo.
Archè e Téchne: principi e tecnica. Le due radici della parola architettura suggeriscono l’importanza degli strumenti, dei saperi tecnici che rimangono a servizio dei principi primi. È l’uomo, o meglio l’architetto, a ricoprire il ruolo chiave del processo, risolvendo il sistema appena descritto, scegliendo gli strumenti più adatti all’obiettivo che rimane e rimarrà l’Architettura.
Il BIM è una cosa da “giovani”, quindi. È una metodologia che mette a disposizione strumenti diversi implicando numerose competenze tecniche e che restituisce tempo per progettare (e per sé stessi) incrementando la qualità del risultato.
E chissà se nei prossimi articoli ci sarà modo di approfondire alcuni di questi progetti e di tornare a confrontarci da punti di vista “diversamente giovani”!
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