Il blog BIM di Archicad

In cammino con il BIM - La collaborazione alla base del modello

Scritto da Roberto Marin | Jul 14, 2021 1:35:40 PM

Nel precedente articolo abbiamo parlato dell’importanza di sfruttare un database all’interno del modello di BIM. Oggi tratteremo nello specifico la sua dimensione collaborativa.

Caratteristica molto importante del database di informazioni è la sua accessibilità: il BIM è uno spazio comune, in cui si può collaborare. Ogni figura interessata dal progetto può collaborare con tutti tramite il modello invece di demandare l’onere delle comunicazioni alle singole persone.

 

Accessibilità e comunicazione delle informazioni 

Non vi è mai capitato di aver la pressione alle stelle perché siete in cantiere e nel vostro progetto esecutivo architettonico le canalizzazioni dei sottoservizi sono diverse da quelle che il progettista degli impianti ha disegnato sulle sue tavole, scoprendo che la modifica semplicemente non era stata comunicata? A me sì e vi assicuro che non è piacevole. Poi arrivo a casa e mi chiedono perché sono senza voce.

Ecco, il BIM vuole risolvere anche questo tipo di problematiche: meglio vedere prima le modifiche in fase progettuale, piuttosto che in cantiere. Penso che su questo siamo tutti concordi.

E ora immagino levarsi la frustrazione che frulla in testa ai progettisti che si rapportano con le altre maestranze di cantiere: è difficile che un artigiano sappia maneggiare un software di BIM authoring. Osservazione corretta, me la sono posta anche io.

La collaborazione tra più maestranze non deve avvenire tramite l’esclusivo utilizzo di software di BIM Autohoring. Sembra un controsenso perché ci si aspetta che utilizzando un software potente come Archicad che permette di gestire tutte queste informazioni, sia necessario che anche le altre maestranze debbano utilizzare strumenti di questo tipo, per poterne sfruttare le caratteristiche e rimane all’interno del workflow BIM.

Certo, sarebbe bello in un mondo ideale, ma non è strettamente necessario. La duttilità della filosofia BIM permette di collaborare tramite l’utilizzo di semplici file PDF. File che possono essere aperti per la consultazione anche da strumenti che abbiamo per le mani tutti e tutti i giorni: gli smartphone.

Il BIM non è uno strumento elitario e vi lascio scoprire in questo video quali strumenti utilizzare con Archicad per la comunicazione del progetto e la gestione delle revisioni, utilizzando anche file PDF.

 

Nella mia esperienza, le piante in PDF trasmesse agli impiantisti sono ormai sdoganate e, sebbene siano ancora viste come mero strumento di trasmissione del progetto su cui poter disegnare a mano una volta stampate, alcuni iniziano a richiedere le piante in DWG nelle quali tracciano gli impianti in 2D.

Siamo distanti dall'avere un modello federato degli impianti BIM, ma questo non deve rappresentare un ostacolo. Salendo di scala, gli impianti devono essere progettati e realizzati con strumenti software adatti e l'esportazione in formato IFC è a portata di pochi clic già oggi. È solo questione di tempo affinché questi software si diffondano anche per progetti di piccola entità.

Per i progettisti strutturali la federazione del loro modello è più facile perché anche il loro modello di calcolo è tridimensionale, basta ricordagli che esiste il formato di esportazione IFC anche nel loro software. Quando ricevete il progetto strutturale in formato DWG dallo strutturista, provate a chiedergli se per caso il suo software di calcolo strutturale esporta in formato IFC: potreste avere delle sorprese!

 

Prevenire è meglio che curare

Oltre alla collaborazione, cosa di non poco conto, i vantaggi riguardano anche la messa in opera del progetto. Problemi imprevisti in cantiere portano via tempo per trovare una soluzione adatta e denaro per realizzarlo. Spreco di due risorse molto preziose per tutti.

Abbiamo parlato prima di modelli federati "mancati" e questo è un tassello decisamente importante nell'utilizzo della Clash detection o verifica delle collisioni: è il nome del processo BIM che vuole scongiurare sorprese indesiderate in cantiere confrontando i modelli delle varie discipline (architettonico, strutturale e impiantistico).

Purtroppo non ho mai avuto il piacere di effettuare una procedura di Clash Detection come si deve, in primis per la mancanza di modelli federati impiantistici. Per ora, devo divertirmi a fare la Clash Detection a mano, confrontando i PDF delle varie piante strutturali e degli alzati dei muri portanti, visualizzandoli con iPad ed annotandoli con Pencil. Una volta inviata le annotazioni allo strutturista, modifico il progetto secondo la revisione concordata. Poi si tratta di fare la stessa cosa con la parte degli impianti. Divertente, vero?

Ogni volta perdo almeno un millimetro di dentatura a forza di digrignare sapendo che esistono strumenti più veloci per questa parte della progettazione... Magari l'IFC ping pong non è il massimo perché varia il tipo di pallina ma non il gioco, però sarebbe già un grosso passo in avanti in termini di velocità di controllo.

 

Consegna speciale

Avete mai preso in considerazione quali elaborati consegnate al Cliente una volta che l'opera è realizzata? Diffusissimo il metodo cartaceo: elaborati grafici, relazioni, variazioni catastali e quanto necessario per dare la documentazione completa al Cliente.

Oltre al formato cartaceo, in altri ambiti si ricorre al DWG: formato sempreverde per la trasmissione di progetti tra tecnici.

Se invece di usare questi metodi, cambiassimo marcia, usando i formati di cui sopra solo quando strettamente necessario (ad esempio, la documentazione di variazione catastale) e usassimo come valore aggiunto la consegna dell’ipermodello? Sembra qualcosa di poco utilizzabile all’esterno dei tecnici e della filiera BIM, difficile da far digerire ai Clienti dei piccoli studi.

La chiave di volta è lo smartphone (ancora), oggetto che è in mano a tutti e perfetto per questo incarico. Nella vita di tutti i giorni, le app vengono utilizzate per ogni tipo di esigenza. Nulla ci vieta di chiede al nostro Cliente di installare l’app BIMx e consegnargli l’ipermodello da cui potrebbe sapere il codice del colore utilizzato per le facciate nel momento in cui ci sarà bisogno di dare una rinfrescata oppure il nome, produttore, numero seriale di un componente dell’impianto termico che va sostituito.

Consegnare l’ipermodello compilato fino all’ultima scheda tecnica di ogni singolo componente non è proprio una passeggiata. Serve davvero fare tutto questo lavoro aggiuntivo? No, non serve se non richiesto.

Molto più saggio inserire nel preventivo una voce che indichi il prezzo della consegna dell’ipermodello compilato: se non richiesto, non viene eseguito e quindi defalcato dal preventivo. È una comunicazione chiara del valore aggiunto al lavoro che stiamo proponendo e indicativo dell'immagine e delle capacità del professionista. Il file BIMx non serve solo a questo.

Molto gustoso consegnarlo al Cliente, soprattutto nelle ristrutturazioni interne. Veder navigare il modello in modo così facile, capire gli ingombri, valutare e proporre soluzioni e/o variazioni direttamente dal Cliente perché si accorge che la realtà che andrà costruita è diversa da quella che si era immaginato guardando la semplice pianta, è una possibilità che non ha prezzo! Oltre a vedere la faccia stupita del Cliente, questa possibilità non pesa sulle spalle del progettista perché si tratta di esportare semplicemente il modello del progetto e consegnarlo, rendendo la progettazione partecipata e condivisa. Senza considerare che rende più chiaro il valore della consegna dell’ipermodello compilato.

 

Per una visione d'insieme, ecco i link a tutti gli articoli della serie In cammino con il BIM:

  1. Un modello che è anche database;
  2. La collaborazione alla base del modello;
  3. I segreti della progettazione algoritmica.