BIM

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Il BIM per la Ristrutturazione d’interni: le funzionalità che ottimizzano il progetto

Scritto da Luca Manelli
il 29 aprile, 2020

concetto ristrutturazione d'interni bim

Tag: Il BIM con Archicad

Quando si sente parlare di BIM, si pensa spesso che per adottare questa metodologia si debba per forza lavorare su grandi progetti. In realtà, è possibile utilizzare metodologie e processi di lavoro BIM su qualsiasi progetto. Abbiamo già visto come il BIM conviene anche per le piccole opere; oggi vedremo le sue applicazioni nella ristrutturazione d’interni, dai singoli appartamenti ad ambienti più grandi e articolati.

 

Il BIM ottimizza il flusso di lavoro

I vantaggi che si ottengono nell’utilizzare una metodologia BIM nella generazione e gestione di un progetto di ristrutturazione d’interni sono molteplici e, anche se il progetto è di piccole o medie dimensioni, è comunque possibile contare su strumenti e funzioni che sono in grado di migliorare il flusso di lavoro nei vari processi produttivi.

Tali processi possono risultare poco sostenibili se all’interno del gruppo di professionisti si trova anche un solo consulente che lavora in modo “tradizionale”, cioè con un software bidimensionale. L’utilizzo di un software di BIM authoring deve essere un punto fermo perché si riscontrano notevoli vantaggi non solo nella cooperazione, ma anche nella produttività del singolo.

Tra le esperienze che ho avuto in oltre 20 anni di utilizzo di ARCHICAD (il primo software di BIM authoring, per chi ancora non lo sapesse), mi ha sempre stimolato il poter utilizzare tecniche che spesso ho usato su progetti di medie o grandi dimensioni, anche in progetti più contenuti. Ancor di più, ho notato la velocità che si può imprimere alle varie fasi di lavoro e al risultato finale che si ottiene.

 

TeamWork per la ristrutturazione BIM

Iniziamo dalla parte architettonica e da un semplice processo operativo, cioè la collaborazione all’interno dello stesso studio.

Un progetto di ristrutturazione d’interni di un appartamento o di un edificio di piccole dimensioni può essere gestito anche da una sola persona. Tuttavia, in certe situazioni si può avere la necessità di coinvolgere una o più persone dello studio, magari solo nelle fasi più avanzate. Mi è capitato spesso che, per mancanza di conoscenza oppure per semplice pigrizia mentale, la soluzione che si adotta risulta quella di dividere il file di lavoro in più file così da poter lavorare ognuno su una parte del progetto. Di per sé questo approccio non ha nulla di sbagliato, ma risulta un approccio “vecchio” e poco dinamico.

La tecnologia sta facendo passi da gigante e, in casi come questo, la scelta migliore è condividere il file di progetto attraverso i sistemi del software che si utilizza. Nel caso di ARCHICAD la condivisione avviene tramite il BIM Cloud e la funzionalità TeamWork permette di lavorare in contemporanea sullo stesso file di progetto in due o più persone. Questa scelta evita perdite di dati e di tempo dovute alla ricomposizione del file attraverso il classico copia/incolla.

La condivisione del progetto attraverso il TeamWork permette di mettere una marcia in più alla produzione, perché non necessita di particolari accorgimenti e inoltre agevola il coinvolgimento dei colleghi anche solo per singole necessità.

 

Comunicare con altri professionisti usando IFC e BCF

Questo è quello che accade all’interno di uno studio. Se invece si ha la necessità di coinvolgere professionisti esterni, come ad esempio un impiantista, perché non usare, anche in questo caso, un formato di interscambio dati aperto come IFC? Stesso discorso se abbiamo la necessità di coinvolgere uno strutturista oppure qualcuno che si occupa della stesura del computo. E se dobbiamo analizzare e rilevare eventuali incongruenze? Perché non usare il formato BCF per segnalarle?

Non commettere l'errore di pensare che nei progetti più piccoli non è necessario adottare metodi di cooperazione più evoluta. Al contrario, è fondamentale sapere che è possibile pianificare e organizzare l’intero sviluppo del progetto usando, magari più in piccolo, tutte le modalità organizzative di un progetto BIM perché tutti, dico tutti, ne traggono un grande vantaggio.

 

Gestire le informazioni in BIM

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Il fatto di usare un software BIM permette di far evolvere non solo il processo di lavoro ma anche il risultato finale. Gli elementi che compongono il progetto sono elementi parametrici che possono (e devono) contenere informazioni. Le informazioni sono personalizzabili così da poterle adattare alla tipologia di progetto. In un progetto di ristrutturazione d’interni le informazioni possono essere legate agli impianti, alle lampade, alle pavimentazioni, fino a arrivare agli elementi di arredo, ai colori delle pareti, ai rivestimenti, ecc… tutto ciò che fa parte del progetto può contenere informazioni.

Il fatto di poter inserire dei dati informativi sul produttore di un determinato elemento, sul prezzo, sulle specifiche tecniche, risulta importante sia per migliorare la stima di costi che per la futura gestione.

A questo proposito ricordo un lavoro di uno showroom, di almeno un paio di anni fa, dove lo studio che mi ha coinvolto ha consegnato al cliente, oltre agli elaborati “classici” anche un iper-modello BIMx completo di modello tridimensionale, elaborati grafici e dati. Ogni elemento contenuto nel modello riportava tutta una serie di dati informativi e persino dei link alle schede tecniche.

Insomma, l’utilizzo di un software di BIM authoring è necessario sia per poter essere uno degli “attori” coinvolti nel processo che per poter usare e sfruttare strumenti e funzioni che migliorano il flusso operativo, produttivo e di presentazione dello studio di progettazione.

 

 

 

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