Riuscire a integrare un progetto all'interno di luoghi storici e dalle forti connotazioni locali non è semplice, ma lo Studio noa* è riuscito a ottenere grandi risultati grazie a un approccio interdisciplinare e olistico. L'Interior Designer Barbara Runggatscher e l'Interior Designer Niccolò Panzani ci raccontano due progetti di particolare interesse.
Uno dei progetti più recenti dello studio è l'hotel realizzato in Val Passiria, vicino a Merano. Apfelhotel è stato da sempre un maso immerso tra i meleti: la produzione prevede succo di mele e molti altri prodotti a base di mela. Da qui il nome dell'hotel (apfel è il termine tedesco per mela). In base a questo tema abbiamo progettato tutta una serie di edifici, ci spiega l'Arch. Barbara Runggatscher.
Il progetto si compone di varie strutture: la casa principale, che noa* ha ampliato con un grande ristorante, una reception, un bar e una lobby; la casa dei proprietari; il fienile distinto tra il piano superiore in cui sono state inserite delle camere e il piano inferiore, in cui avviene la produzione.
L'ultimo lotto realizzato, continua l'Arch. Runggatscher, è composto da tre case in cui si trovano tutte le suite e al centro del complesso è presente la wellness immersa in una collina. Qui si trovano aree relax, zona massaggi e saune. Sotto a una seconda collina si trovano poi un’altra sauna e una piccola zona fitness.
Il concept con cui è stato realizzato il ristorante, diviso in tre parti, prevedeva l'idea di far percepire la connessione tra interno ed esterno. Il soffitto è stato realizzato come se fosse un pergolato, con delle lampade pendenti in paglia. La fontana in pietra naturale comunica la connessione con l’acqua e con l’esterno. Un grande albero posto al centro del cortile in cui pendono le lampade dall’interno rafforza la connessione ricercata.
L'intero complesso è stato progettato nel dettaglio in Archicad, mentre il render è stato realizzato con Twinmotion. Molti elementi sono stati scaricati dai fornitori, mentre altri sono stati disegnati in Archicad e costruiti dal falegname esattamente come erano stati concepiti. Abbiamo inserito già in Archicad tutti i materiali reali che poi abbiamo anche utilizzato, come per esempio il pavimento in piastrella.
Emerge quindi una combinazione tra elementi scaricati dai fornitori ed elementi costruiti dallo Studio con il software.
Quando si vanno a introdurre molti oggetti in 3D, i file diventano troppo pesanti perché presentano un certo numero di poligoni. Il problema, ci spiega l'Arch. Niccolò Panzani, è riuscire a gestire il file nella maniera più ottimale possibile. Di solito, cerchiamo di inserire tutto quello che vogliamo far vedere al cliente.
Usiamo delle presentazioni al cui interno inseriamo dei render per far vedere il tutto. Poi, quando siamo con il cliente portiamo sempre con noi un portatile con il file aperto. In questo modo siamo in grado di visionare la parte in 3D all’interno del progetto e mostrare i singoli dettagli, spiega l'Arch. Panzani. Eventualmente possiamo fare alcuni cambi in diretta con il cliente e decidere se un materiale o un elemento devono essere cambiati.
In questo caso, continua l'Arch. Runggatscher, avendo diverse zone e diversi lotti, abbiamo dedicato un file di grandi dimensioni solo all'architettura. Quando poi andiamo a inserire gli interni e tutto il resto spezziamo i file, per evitare che il tutto diventi troppo pesante anche per i nostri computer. Per questo progetto hanno quindi un file solo per le camere, uno per il ristorante, un altro dedicato alla wellness, ecc.
Questa impostazione garantisce una grande flessibilità e avendo il modello 3D a disposizione si è in grado di modificare tutto molto velocemente e in diretta.
I file sono tutti realizzati con moduli, quindi quando qualcuno all’interno del team effettua una modifica in uno di essi anche nel file generale si vedrà in diretta il cambiamento. Ognuno riesce a gestire il suo file, il suo modulo, e tutti rimangono sempre aggiornati sullo stato ultimo del progetto. In questo modo si riesce ad avere sempre una overview generale.
L'hotel Monastero si trova sulle rive del Garda, ad Arco, ed è un ex convento di suore la cui ala ovest è ormai disabitata. Per questo progetto, il concept prevedeva di ricreare il feeling di come vivevano le suore all'interno di questi spazi molto austeri, spiega l'Arch. Panzani.
Il luogo presentava spazi enormi senza finestre né riscaldamento e il progetto si è rivelato una grande sfida per lo Studio. Realizzare un hotel di quaranta stanze all'interno di un luogo dal carattere personale molto forte era difficile.
© Alex Filz e Andrea Dal Negro
L'intervento di noa* ha riguardato solo una delle due ale del monastero, quella occidentale, che è stata completamente restaurata con l'aggiunta di un grande lucernario sul tetto. Una parte del complesso è ancora di proprietà di alcune suore di clausura che vivono al suo interno. Nel parco di proprietà del lotto, è stata realizzata una zona wellness di nuova costruzione nel punto in cui prima era presente solo un giardino.
Nel corridoio principale del monastero, situato al primo piano, le porte che davano sulle celle delle suore sono state raggruppate a due a due. In questo modo è stato possibile creare stanze più confortevoli e più grandi per gli ospiti dell'hotel. Qui è stato tutto restaurato, dia il soffitto in travi sia il pavimento in cotto... è stato tutto riportato a nuova vita, racconta l'Arch. Panzani.
La zona wellness presenta un grande elemento centrale composto da pilastri rivestiti in pietra naturale con un’architrave in cemento, ai cui lati si alternano dei cubi realizzati in acciaio e in vetro. Al suo interno si trovano spogliatoi, zone relax, saune, l’ingresso della piscina e un percorso benessere.
Nella sauna finlandese ci sono alcuni elementi realizzati interamente in Archicad: il pattern del soffitto, il rivestimento del forno della sauna e i lettini della wellness. Nell'area lounge, invece, gli arredi sono stati scaricati dai fornitori. Anche in questo progetto, quindi, c'è un equilibrio tra elementi creati in Archicad e oggetti scaricati.
Fondato nel 2011 da Lukas Rungger e Stefan Rier, noa* è uno Studio di 30 persone con sede a Berlino, Bolzano e Torino. Il team si divide in vari dipartimenti e gli architetti e i designer utilizzano metodi di design interdisciplinare e una strategia olistica per realizzare i propri progetti.
Noa* non progetta solo edifici ma sviluppa delle storie, spiega l'Arch. Runggatscher. Indaga contro la noia dell’architettura, connette ispirazioni internazionali e identità locale e si occupa di interiore design, product design e architettura.
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