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Il nuovo Standard Aperto IDS rivoluziona l'ecosistema OpenBIM

Scritto da Mario Napolitano | Aug 28, 2024 2:40:12 PM

I flussi di lavoro in OpenBIM, che abbiamo approfondito nel primo articolo di questa serie, ottengono un nuovo slancio con l'introduzione del recente standard aperto IDS che risulterà essere, insieme ad IFC, la base fondante di qualsiasi commessa BIM. Vediamo insieme di cosa si tratta.

L'ecosistema OpenBIM, sviluppato da buildingSMART International, rappresenta l’unico approccio collaborativo e aperto per gestire le informazioni all'interno del settore delle costruzioni. A differenza di quanto si crede, l’OpenBIM va oltre la semplice implementazione (più o meno corretta) dello schema dati IFC (Industry Foundation Classes), poiché è un ecosistema complesso. Infatti, si basa sull'utilizzo di standard, formati, servizi e programmi “aperti” che facilitano l'interoperabilità tra diverse piattaforme software, la comunicazione trasparente tra i vari stakeholder e i processi di compliance delle stesse soluzioni software ma anche dei professionisti del settore. L'ultimo arrivato in famiglia è lo standard IDS.

Ecosistema openBIM sviluppato da buildingSMART International

 

Requisiti informativi digitali 

L'Information Delivery Specification (IDS) è un nuovo standard (e anche formato file .ids) sviluppato da buildingSMART International per definire e gestire i requisiti informativi tramite la metodologia OpenBIM. Il 4 giugno 2024 a Londra, buildingSMART International ha annunciato che la versione 1.0 dell'Information Delivery Specification è ufficialmente riconosciuta come standard definitivo ISO (l'Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione). Questo risultato rappresenta un progresso significativo nella definizione e nell'adozione dei flussi di lavoro OpenBIM, rispondendo alla crescente necessità di scambiare dati più accurati e affidabili. Ma cos’è quindi l’IDS?

L'IDS si presenta sostanzialmente come un documento interpretabile sia dagli esseri umani che dai computer, che permette di specificare chiaramente le informazioni da includere nei modelli informativi e di verificarle successivamente. Questa doppia interpretazione delle informazioni di progetto è resa possibile grazie al formato file XML, su cui si appoggia l'IDS.

Esempio di specifiche informative definite tramite IDS - restituzione in XML (IDS Maker di BIMVision)

Come accennato in precedenza, questo standard ha l'obiettivo di migliorare l’efficienza e l'affidabilità nello scambio di dati durante le fasi di progettazione e costruzione, e di facilitare la comunicazione tra i diversi stakeholder coinvolti. Tradizionalmente, infatti, i requisiti informativi venivano condivisi in formati non interpretabili dai computer, come fogli di calcolo o PDF, rendendo complicato l'accesso ai dati rilevanti. Basti pensare al Capitolato Informativo (o Exchange Information Requirements, come è noto a livello internazionale) che è oggi il documento cardine senza il quale non si potrebbe, propriamente, parlare di commessa BIM. Come definito dalla UNI 11337-6, all’interno del Capitolato Informativo devono essere definite le informazioni a cui i modelli informativi dovranno conformarsi, le quali verranno trasformate in proprietà/quantità/attributi all’interno dei singoli software BIM.

Queste informazioni vengono spesso fornite in lunghe tabelle da consultare in maniera assidua dagli studi di progettazione, specialmente per poterle mettere in relazione allo schema dati IFC. Con l’IDS, invece, è possibile creare un flusso di lavoro più efficiente e automatizzato, in cui verificare e convalidare facilmente i dati richiesti.

Esempio di specifiche informative definite tramite IDS - interpretazione umana (IDS Maker di BIMVision)

 

Vantaggi nei flussi di lavoro 

L'IDS serve principalmente a standardizzare e ottimizzare lo scambio informativo nei progetti BIM così da conformare i modelli prodotti ai requisiti specificati dai committenti. Questo standard è particolarmente utile per definire i Livelli di Fabbisogno Informativo (Level of Information Need) all'interno dei Capitolati Informativi e dei piani di Gestione Informativa (BIM Execution Plan). Grazie all'IDS, è possibile convalidare e specificare in modo chiaro tutte le informazioni che devono essere scambiate durante il ciclo di vita di un progetto, dalla pianificazione strategica alla manutenzione fino al suo termine, rendendole così trasparenti a chiunque. L'IDS consente, infatti, di creare requisiti specifici per ogni caso d'uso dei modelli informativi e di personalizzarli in base alle necessità della commessa. Inoltre, permette di ridurre gli errori e le incomprensioni nella consegna dei modelli: automatizza la verifica delle informazioni e facilita la comunicazione tra i vari attori coinvolti. 

Un tipico flusso di lavoro basato sull'IDS coinvolge tre figure chiave: il committente, il modellatore e il validatore. Vediamo allora insieme come potrebbe organizzarsi un flusso di lavoro tipo:

  1. Il committente, avvalendosi di un BIM Manager o di un BIM Consultant, definisce i propri requisiti informativi utilizzando lo standard e il formato IDS. Questi requisiti, specificati in modo chiaro e interpretabile dai computer, vengono poi inclusi nel Capitolato Informativo come allegato;
  2. A seguito di queste specifiche e una volta importato il file .ids all’interno del proprio software di BIM Authoring, lo studio incaricato della modellazione, in particolare i relativi BIM Specialist, crea il modello informativo IFC assicurandosi che tutti gli elementi, le classificazioni e le proprietà siano conformi a quanto richiesto. Il file IDS permette allo studio di progettazione di creare in automatico le proprietà da compilare con le relative informazioni, risparmiando tempo nella loro creazione; 
  3. Quando il modello è completato, viene consegnato al validatore (o ad una società incaricata delle attività di Coordinamento e Management BIM) che utilizza strumenti software compatibili con l'IDS per verificare automaticamente che il modello IFC soddisfi tutti i requisiti specificati e, quindi, che sia conforme a quanto indicato nel Capitolato Informativo.

Flusso di lavoro semplificato di gestione di una commessa BIM tramite IDS e IFC.

 

Come abbiamo anticipato, questo approccio riduce significativamente il rischio di errori e incomprensioni, poiché ogni passaggio è basato su un linguaggio standardizzato e condiviso, garantendo che le informazioni scambiate siano esatte e complete fin dalla prima consegna. Banalmente l’IDS potrebbe semplificare l’introduzione del cosiddetto e-permit (permesso di costruire digitale) nel nostro paese. A differenza di quanto è già avvenuto in altri paesi, non ci sarebbe bisogno di creare soluzioni personalizzate e chiuse. Si potrebbe, invece, sfruttare l’efficienza di uno standard aperto, come ad esempio fanno già gli Emirati Arabi Uniti.

Portale della città di Dubai per la consegna del permesso di costruire digitale (e-permit o e-submission)

 

IDS e IFC lavorano insieme

Come avrete notato, l'IDS è strettamente connesso allo standard IFC (Industry Foundation Classes), un formato neutrale e aperto utilizzato per descrivere i dati relativi di un bene immobile come edifici o infrastrutture. 

Sebbene l'IDS possa essere utilizzato per specificare qualsiasi tipo di dato o informazione, il suo utilizzo ottimale avviene quando i dati sono strutturati secondo lo standard IFC e correlato agli elementi costituenti il modello stesso. Per fare un esempio semplice, potremmo paragonare questo concetto alla preparazione di una torta. In questo caso, possiamo procedere in due modi:

  • Seguiamo una ricetta cartacea (Capitolato Informativo) e passo dopo passo scegliamo e pesiamo ciascun ingrediente;
  • Oppure possiamo avere già tutto l’occorrente a disposizione (IDS), come succede nei programmi di cucina, e non ci resta che “creare” la torta (o il modello informativo).

Esempio semplificato di relazione tra IDS e IFC.

In questo contesto, l'IDS può essere assimilato come l’insieme dei vari ingredienti di un progetto mentre l’IFC come il prodotto finito, ovvero il modello come controparte digitale del progetto (non gemello in questo caso). La relazione tra IDS e IFC diventa allora particolarmente evidente nelle specifiche di consegna:

  • L'IDS può definire dettagli come proprietà, materiali e classificazioni;
  • L'IFC fornisce la struttura dei dati sottostante.
L’IDS, inoltre, supporta l'integrazione con altri strumenti, come il buildingSMART Data Dictionary (bSDD) di cui parleremo più avanti in questa serie di articoli. In sintesi, l'IDS e l'IFC lavorano insieme per garantire che le informazioni richieste siano specificate correttamente, e anche strutturate in modo da poter essere facilmente scambiate e validate in un flusso di lavoro openBIM.

 

L’IDS in Archicad 28

Diverse soluzioni software BIM hanno già implementato lo standard IDS. Con l’imminente arrivo di Archicad 28, anche Graphisoft introdurrà l’utilizzo dello standard e del formato all’interno della nostra soluzione di BIM Authoring preferita. 

Un nuovo tassello che ci permetterà, attraverso la consegna di un file .ids da parte di un committente pubblico o privato, di:

  • Creare le relative proprietà definite come requisiti informativi all’interno del Gestore Proprietà;
  • Gestire la loro mappatura in uscita con i pre-settaggi del Traduttore IFC.

Sarà, inoltre, possibile importare anche particolari Classificazioni definite dallo stesso committente. È evidente si tratta di un bel passo in avanti, particolarmente apprezzato dalla Technology Preview di Archicad. Non mancherà un approfondimento tecnico sul tema non appena sarà disponibile Archicad 28.

Nuova funzione di Import IDS in Archicad 28.

 

Diffondere l'utilizzo di IDS

Il riconoscimento dell'Information Delivery Specification (IDS) come standard ISO rappresenta un importante traguardo per l'industria delle costruzioni e per il settore del BIM. Questo riconoscimento da parte dell'ISO, l'Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione, non solo sottolinea l'importanza dell'IDS nel potenziare la comunicazione e la trasparenza tra i diversi stakeholder, ma conferma anche la sua adozione a livello globale come strumento fondamentale per la gestione e la validazione dei requisiti informativi. In quanto professionisti del settore, sarà però nostro il compito di garantire che questo nuovo standard sia veramente efficace attraverso un’adozione sempre più diffusa.

 

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