Che argomento la realtà virtuale! Una tecnologia in continuo sviluppo, sulla quale però molti professionisti si esprimono in termini non proprio entusiasti: Ma che me ne faccio? Bello, ma con quello che costa l'hardware dedicato mi passa la voglia! Per il mio ufficio di progettazione è inutile!
Approfondiamo l'argomento e vediamo in che modo si lega al BIM.
La realtà virtuale (o VR) raggruppa diverse modalità di simulazione della realtà, rese possibili grazie all'utilizzo di computer e di apposite interfacce. Nel mondo delle costruzioni, questo concetto si può sviluppare a vari livelli: dalla progettazione per verificare la bontà delle scelte effettuate e degli spazi creati alla fase di verifica o di riunione con il Cliente per valutare il progetto e controllarlo, fino alla fase esecutiva in cui utilizzarla per fare una clash detection virtuale, la definizione di dettagli, materiali, colori, ecc.
La realtà virtuale, anche nella sua declinazione immersiva, è il naturale proseguimento dell'utilizzo del modello tridimensionale BIM che, oltre al modello, porta con sé le informazioni relative agli oggetti che lo compongono. Il modello tridimensionale è di per sé una simulazione dell'ambiente reale - costruito o da costruire - che può essere navigato con l'ausilio dello schermo di un computer, di uno smartphone o di un tablet. Oppure è possibile rendere l'esperienza più immersiva mettendo l'utente direttamente all'interno del mondo virtuale, navigabile grazie all'ausilio di alcune periferiche.
Chiaramente la realtà virtuale immersiva è la tecnica più affascinante. Ma per fortuna è possibile usarla anche con poche spese, senza per forza dover accendere un mutuo! Apriamo la nostra credenza virtuale e diamo una controllata agli ingredienti necessari.
Come per ogni buon piatto, la ricetta per la realtà virtuale immersiva è semplice e con pochi ingredienti, mescolati in modo sapiente.
Il primo di questi è utilizzare Archicad, che permette un salto nella realtà virtuale particolarmente facile: state già realizzando il modello 3D durante la progettazione, basta pubblicarlo in formato BIMx.
Ma, prima di creare il file BIMx, è molto importante avere ben chiaro cosa si vuole ottenere e le finalità dell'utilizzo della realtà virtuale. In base alle necessità e al tempo a disposizione può ad esempio essere controproducente pensare a percorsi animati o all'inserimento di render all'interno dell'iper-modello BIMx. Al contrario, il loro utilizzo è una manna dal cielo, se si vuole effettuare una presentazione emozionale (ne parliamo in questo articolo).
Una volta scelta la via del BIMx, per i più smaliziati si tratta di usare il publisher di Archicad, altrimenti ci si può affidare all'assistente per la pubblicazione seguendo il menu Archivio e selezionando Pubblica Iper-Modello BIMx.
Come secondo ingrediente abbiamo l'applicazione BIMx: disponibile sia per la piattaforma iOS che Android, permette di rendere mobile il modello 3D e di esplorarlo con uno smartphone o un tablet. Questo ingrediente non costa nulla perché l'app è gratuita e perché ormai ognuno di noi ha con sé uno smartphone.
Il terzo e ultimo ingrediente è l'utilizzo di un Google Cardboard v2.0 con pulsante screen-touch abbinato allo smartphone. Questo accessorio è una pratica alternativa ai dispositivi per la realtà virtuale più avanzati e ci consente di far esplorare in modo immersivo il modello direttamente al Cliente dal suo smartphone a un costo irrisorio. Nel momento in cui scrivo parliamo di meno di 11 euro nella sua versione più economica in cartone, pronto all'uso, che demanda la parte hardware allo smartphone che sarà inserito al suo interno.
Esportato il modello in formato BIMx, si tratta semplicemente di aprirlo sullo smartphone che vogliamo utilizzare per la visione in realtà virtuale con l'app BIMx installata. Una volta aperto il file con l'app sullo smartphone e visualizzato il modello 3D, bisogna selezionare l'icona dei tre puntini in alto a sinistra dello schermo, scegliere la voce Cardbord VR e ruotare lo smartphone da un lato, seguendo la rotazione suggerita dal modello sullo schermo.
Fatto ciò si posiziona lo smartphone nella parte posteriore del Google Cardboard e l’utilizzatore guarda lo schermo attraverso gli obiettivi che si trovano nella parte anteriore. Con questo semplice gesto entriamo nel mondo della realtà virtuale immersiva che utilizza la stereoscopia per ricreare l'esperienza tridimensionale del modello ai nostri occhi e i sensori dello smartphone per poterci navigare all'interno.
Muovendo la testa si direziona la visuale, mentre con l'apposito tasto presente sul visore Google Cardboard è possibile accedere al menu contestuale visibile all'interno dello spazio virtuale. Questo permette di scegliere se camminare o visualizzare una tra le viste salvate in fase di esportazione dell'iper-modello.
Il gioco è fatto!
Fin qui ho delineato il workflow per chi vuole approcciare la realtà virtuale immersiva. Quando lo proverete sarete concordi nel dire che ci si mette di più a spiegarlo che a farlo e sarete felici di vederlo usato dai vostri clienti per l'esplorazione del progetto e ottenere anche in modo veloce i relativi feedback!
Fate solo attenzione a non far provare l'esperienza della realtà immersiva in un ambiente in cui la persona possa avere dei mobili vicino a sé: si tende a camminare e a spostarsi realmente quando ci si muove nella realtà virtuale!
È indubbio che l'uso di questi semplici ingredienti tecnologici abbia reso più semplice l'utilizzo della realtà virtuale per noi progettisti, ma essendo un argomento tecnologico è naturale che sia in continua evoluzione. Infatti, ci sono molti interessanti sviluppi che già oggi stanno andando a impattare sul mondo delle costruzioni!
Si chiama SpaceForm ed è un ambiente virtuale in cui si possono presentare modelli 3D con un massimo di 100 collaboratori in tempo reale. BIG ha collaborato con UNStudio e con i designer digitali creativi Squint/Opera per sviluppare la piattaforma basata su un prototipo concepito per la prima volta nel 2018 con l'aiuto del finanziamento del produttore di videogiochi Epic Games (che ricordo essere il padre del motore grafico Unreal Engine e dell'amico degli architetti Twinmotion).
Il concetto di metaverso è nato nel 1992 nel romanzo cyberpunk Snow Crash di Stephenson e a distanza di meno di trent'anni le moderne aziende tecnologiche ci si stanno tuffando delineando il futuro. Ma di cosa stiamo parlando nello specifico? Si tratta di una realtà virtuale online in cui l'essere umano viene integrato tramite la creazione di appositi avatar.
NVIDIA ha dimostrato come la sua piattaforma collaborativa di simulazione in tempo reale Omniverse abbia permesso a quattro artisti di lavorare insieme contemporaneamente con quattro software diversi sullo stesso progetto e allo stesso tempo in un mondo virtuale condiviso.
La società Varjo, che produce a livello mondiale soluzioni hardware e software per la realtà virtuale di livello industriale, ha presentato Varjo Reality Cloud. Questo software consente a chiunque di scansionare in 3D l'ambiente circostante e trasportare virtualmente un'altra persona nella stessa realtà, realizzando di fatto un metaverso.
In questo caso, la fusione tra realtà e virtuale è garantita dai visori ad altissima risoluzione (pari a quella dell'occhio umano) in accoppiata con la bassa latenza dei dispositivi.
Il software di punta di IrisVR, chiamato Prospect, consente un flusso di lavoro di coordinamento a ciclo completo per la creazione di team che lavorano con modelli BIM. Si supera l'idea di condurre semplicemente "revisioni del design" in VR, riuscendo anche a tenere traccia in modo immersivo di eventuali problemi che potrebbero emergere.
Si tratta di utilizzare la realtà virtuale come flusso di lavoro di coordinamento per l'intero ciclo di sviluppo del progetto. Si possono scoprire difetti nei progetti degli edifici o nei piani di sequenza di costruzione durante una sessione VR immersiva in Prospect, quindi segnalare e comunicare quel problema e tenerne traccia nel tempo. Tutto avviene all'interno di un unico ambiente, semplificando il processo di coordinamento, acquisendo in modo intuitivo i problemi man mano che si verificano in scala 1:1.
Il nome Vitruvio è molto famigliare agli architetti (e non solo): in questa epoca moderna e tecnologica è stato utilizzato per battezzare il plug-in sviluppato da ESRI per Unreal Engine che genera complessi edifici procedurali e permette di ottenere vaste città in poco tempo.
Sfruttando il motore ArcGIS CityEngine, si parte dall'impronta a terra degli edifici per generare intere città ed è possibile modificare in tempo reale i parametri dei singoli edifici generati. Questo video di sicuro renderà meglio l'idea rispetto alle mie parole:
Senza arrivare agli usi iperspecialistici indicati nella parte finale di questo articolo e utilizzando gli ingredienti giusti, la realtà virtuale è uno strumento alla portata di tutti i professionisti, che possono sfruttarla per offrire servizi competitivi sul mercato. Scalando la tecnologia, gli studi di architettura utilizzano già soluzioni per creare scenari in tempo reale lavorando su progetti di larga scala con team di altre località.
Il futuro di noi progettisti dipenderà dalla capacità di cogliere le opportunità messe a nostra disposizione dalla realtà virtuale per la progettazione. È bene tenere a mente che le Aziende e gli Studi vogliono avere accesso ai migliori talenti creativi in tutto il mondo per ampliare il loro organico anche tramite l'utilizzo di questa tecnologia. Insomma, sarebbe difficile trovare un momento migliore per sperimentarla!
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