Rimango sempre molto affascinato dai diagrammi di concetto o conceptual diagram, ancora meglio quando vengono utilizzati per indicare la sequenza delle specifiche fasi e delle modifiche volumetriche che hanno portato alla forma finale.
Il mio punto di riferimento sono quelli creati dallo studio BIG: sono degli ottimi strumenti per tenere traccia di tutte le decisioni progettuali prese, suddivise per diagrammi utilizzati per rendere più semplice la comprensione delle scelte architettoniche effettuate in modo chiaro e informato. La loro funzione principale è quella di astrarre e semplificare un'idea rendendola facilmente comprensibile e far sì che il processo di progettazione che ha portato al risultato finale sia visibile.
Molto utili nella fase di presentazione del progetto architettonico, i diagrammi di concetto hanno la forza di esser molto puliti ed efficaci e tendenzialmente sono inseriti nel loro contesto urbanistico perché la posizione ha un forte impatto sul modo in cui l'edificio è progettato.
Semplici da realizzare, almeno nella parte grafica, offrono molta libertà di creazione a patto di mantenere ben chiaro in testa che queste presentazioni devono essere mute e quindi, per essere comprensibili ed efficaci, non devono dilungarsi in troppe immagini. Anche il testo deve esser limitato in poche parole, come in questo esempio.
Sebbene i diagrammi di concetto diano il meglio di sé nel contesto urbanistico, si usa molto anche la loro versione decontestualizzata e astratta. Iniziamo da qui.
Prima di procedere con la creazione della volumetria bisogna fare uno schema (ad esempio su un foglio di carta) delle 3 o 4 fasi importanti che hanno portato alla volumetria finale. Consideriamo che in progettazioni complesse nessuno vieta di aggiungere più fasi.
Anche se a prima vista i diagrammi di concetto sembrano delle composizioni semplici, quando si vanno a delineare le sequenze da creare spesso si cade nel circolo vizioso di inserire molte fasi. Questo perché, nella nostra testa di progettisti, una è più importante dell'altra ed è un peccato perderne anche solo una. Tranquilli, normale amministrazione architettonica.
Mettete giù con uno schizzo tutte quelle che vi vengono in mente pensando ai passaggi necessari per passare da una massa semplice al vostro edificio finale: il passaggio deve avvenire tramite l'utilizzo di forme stilizzate e con forme geometriche semplici come il parallelepipedo o il cubo; il processo deve avvenire tramite somme e sottrazioni di volumi focalizzando l'attenzione sulla trasformazione delle masse.
Osservatele più volte con molta attenzione e cercate di iniziare il processo di pulizia focalizzandovi su quelle importanti e mettete una bella X sopra a quelle scartate. Una volta individuate, chiedetevi quale sia la differenza tra quelle giudicate importanti e quelle che invece non lo sono.
Già da questa prima riflessione e dalla prima scrematura effettuata, dovrebbe risultare il messaggio della vostra progettazione e il movimento delle masse da evidenziare.
Provate a scrivere il messaggio della vostra progettazione sullo stesso foglio e riguardate le fasi che si sono salvate: quali sono quelle che aderiscono meglio al messaggio? Evidenziatele: otterrete quelle che andranno realizzate.
Più una: la prima fase che spesso non viene considerata nella fase di scrematura precedente, nonostante sia molto importante. Infatti, viene usata per indicare ed evidenziare la zona di intervento o il sito in cui si interviene, normalmente con l'utilizzo di linee spesse e tratteggiate.
La seconda immagine, invece, parte da un volume semplice, un parallelepipedo o un cubo ad esempio, che rappresenta la forma della massa iniziale su cui le intenzioni progettuali hanno l'effetto plasmante che condurrà al volume finale dell'edificio.
Per le fasi successive, dipende molto dalla sensibilità del progettista e dalle scelte effettuate in precedenza. Condensare tutto in poche immagini è un lavoro per nulla semplice. Il problema è che tutto è chiaro nella testa del progettista ma bisogna eliminare i dettagli e pensare in modo macro-progettuale. Questo significa aiutare il cliente a comprendere le scelte effettuate tramite una simbologia molto schematica e universalmente riconosciuta.
La simbologia, oltre a essere chiara e di immediata comprensione, aiuta nella spiegazione del pensiero progettuale. Si usano frecce, grafi e ideogrammi sfruttando anche il colore per evidenziarli meglio all'interno del diagramma, sottolineando le caratteristiche che rendono il progetto unico.
Le frecce possono indicare assi o movimenti del volume e con semplici linee si possono evidenziare passaggi pubblici, flussi pedonali, direzioni di espansione delle volumetrie, l'andamento del sole e via così.
I semplici volumi pensati nello schema delle sequenze che indicano il movimento delle masse in gioco, devono ora essere realizzati con l'aiuto di Archicad.
Con l'utilizzo dello strumento Forma possiamo sviluppare i volumi in modo molto semplice: impostato il materiale Generico prefabbricato, si utilizza il metodo di costruzione scatolare con le misure di progetto tracciando il rettangolo o il quadrato di base e poi estrudendo la base alzandolo col mouse e impostando la misura con l'ausilio dell'ispettore.
Il volume creato con lo strumento Forma può essere successivamente modificato in altezza selezionando la faccia superiore (o inferiore). Inoltre è possibile modificarne la massa aggiungendo o sottraendo altri oggetti forma utilizzando le operazioni boleane e le operazioni tra elementi solidi.
Aprendo il pannello delle proprietà dell'oggetto forma appena creato, si può impostare anche il materiale: per semplicità di solito scelgo il bianco titanio.
Con Archicad, una volta sviluppato il modello come visto in precedenza, è semplice ottenere una vista di concetto, molto utile nella fase di Predesign o di Schematic Design.
Per ottenere un'impostazione grafica minimale, possiamo utilizzare gli Stili 3D: cliccando con il tasto destro sulla linguetta della finestra del modello 3D basta sceglie la voce Stili 3D... dal menu contestuale: dalla finestra di dialogo che si apre, sulla sinistra basta selezionare la voce Disegno tecnico; nella parte di sinistra, bisogna selezionare Ombreggia mantenendo attiva la visualizzazione delle ombre nel pannello Ombre.
Per quanto riguarda lo spessore delle linee, nel pannello Contorni si può definire sia quello del contorno che della silhouette che posso essere indicativamente impostati sul valore 1 e 4. In base al risultato visualizzato possono essere modificate in base al proprio gusto personale.
La vista che meglio si adatta a questo tipo di lavoro è l'assonometria: con un click col tasto destro sulla linguetta della finestra 3D, dal menu contestuale è possibile scegliere la voce Assonometria.
Sempre nello stesso menu contestuale, si può accedere alla voce Impostazioni Proiezione 3D... per aggiustare nel caso la proiezione del sole e fare in modo che le ombre siano nella posizione desiderata.
Per vedere come fare, è disponibile questo video di Luca Manelli che spiega come ottenere il volume dell'edificio in modo semplice:
Una volta effettuate queste scelte, si possono salvare le varie viste necessarie e impaginarle nelle tavole di Archicad.
Volendo, si possono salvare queste viste anche come singole immagini: andando in Archicad nella vista 3D con le impostazioni viste in precedenza, si tratta solo di selezionare il menu File e il comando Salva con nome... per scegliere il formato dell'immagine dalla finestra di dialogo che appare.
Dal punto di vista della creazione dei volumi in Archicad, considerate anche la possibilità di fare le necessarie copie del volume iniziale per creare le varie fasi del diagramma all'interno della stessa vista. Questa soluzione permette di fare un'esportazione unica della vista assonometrica, soprattutto quando si tratta di piccole progettazioni con poche masse e fasi.
L'immagine o le immagini esportate posso essere poi utilizzate con il programma di impaginazione preferito, ad esempio Adobe Illustrator o Photoshop. Personalmente utilizzo Apple Keynote: sebbene non sia uno strumento nato per questo tipo di lavoro è uno dei software inclusi gratuitamente con i sistemi operativi macOS ed iPadOS ed è molto flessibile. Permette di aggiungere frecce e linee scegliendole dalla libreria incorporata e di posizionarle con l'ausilio di guide intelligenti che si adattano al contesto.
In questa fase di impaginazione inserisco le linee, le frecce, i colori, i testi e tutto ciò che può tornare utile a comprendere le fasi progettuali. Uso inoltre, in base alle esigenze, le persone e gli alberi per dare a colpo d'occhio le dimensioni dei volumi.
Volete aggiungere il contesto urbanistico ai vostri diagrammi di concetto? Possiamo ottenerlo vari modi.
Il primo che posso consigliare è il servizio gratuito CADMapper. Una volta registrati, si può effettuare il download di un'area di un chilometro quadrato in formato Archicad del modello tridimensionale. Questo modello (scaricabile anche in formato dwg, dxf, per SketchUP, per Illustrator e per Rhino) contiene strade, terreni ed edifici.
Purtroppo, trattandosi di terreni ed edifici all'interno del contesto italiano, la mappatura non è delle migliori e si possono ottenere dei risultati utilizzabili con qualche aggiustamento per le principali città ma, una volta che si esce dalle principali province, i dati estratti non sempre sono utilizzabili immediatamente e a volte si ottiene solo la loro parte 2D. Per fortuna è possibile avere una preview degli oggetti presenti all'interno del modello prima di scaricare il relativo file.
Il secondo metodo prevede l'utilizzo di Twinmotion: nel pannello Context è possibile selezionare l'icona Urban da cui è possibile estrarre il modello tridimensionale del contesto tramite la funzione Grab. Questa funzione si appoggia al servizio OpenStreet Map e, come per il primo metodo suggerito, valgono le stesse prescrizioni relative alla quantità e qualità dei dati presenti nel modello estratto in base all'area di intervento.
Un altro metodo molto valido consiste nell'utilizzo dell'accoppiata BIM e GIS, seguendo le indicazioni che si possono trovare nell'articolo su BIM e GIS, dove si prendono in esame strumenti come Grasshopper con gli shapefile o i Digital Terrain Map (per gli amici DTM) per i terreni.
Questi diagrammi non sono solo utili per accompagnare il progetto architettonico da mostrare al proprio cliente, ma sono fondamentali nelle fasi iniziali progettuali e possono anche essere utilizzati come metodologia per risolvere i problemi progettuali.
Sappiamo bene che la nostra professione è molto visuale e, come in altri campi del nostro lavoro, sono sempre utili i riferimenti da cui poter sbirciare e da cui prendere spunto per le nostre realizzazioni.
Oltre a quelli citati ad inizio articolo, per questo tipo di diagrammi si possono utilizzare come elementi di ispirazione i progetti di OMA o MVRDV, mentre su Instagram potete dare un'occhiata ai profili di Axo_madness (dal nome molto evocativo) o Entre.estilos.
Buon divertimento!
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